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Channel: Percorsi di Vino
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Tre Bicchieri 2015 Friuli Venezia Giulia Gambero Rosso

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È una regione di grandi bianchi e uno straordinario laboratorio che, negli anni, ha esplorato nuove strade ed elaborato tendenze poi raccolte in altri angoli d'Italia. E il risultato di quest'anno conferma la buona forma di cui gode il Friuli Venezia Giulia: 27 Tre Bicchieri (di cui 26 bianchi) con il Collio che la fa da padrone (con ben 14 Tre Bicchieri) e gli altri a seguire. Grandi cantine storiche e giovani e giovanissimi produttori che confermano la vocazione alla ricerca e allo studio delle potenzialità di queste colline. Ci sono Collio, Isonzo, Carso, Grave. Un inno ai bianchi che trovano qui una definizione stilistica impareggiabile, per esempio nei Pinot Bianchi premiati, provenienti da diversi terroir. Impossibile non segnalare, infine, la buona prestazione degli orange wine che anche anche in assenza del caposcuola Gravner, trovano nel Friuli la culla della macerazione sulle bucce.


 Carso Vitovska V. Collezione 2009 Zidarich
 COF Ellegri  2013 Ronchi di Manzano
 COF Pinot Grigio 2013 Torre Rosazza
 COF Rosso Sacrisassi 2012 Le Due Terre
 COF Sauvignon Zuc di Volpe 2013 Volpe Pasini
 Collio  2013 Ronco Blanchis
 Collio Bianco Broy 2013 Collavini
 Collio Chardonnay Gmajne 2011 Primosic
 Collio Friulano 2013 Schiopetto
 Collio Friulano Manditocai 2012 Livon
  Collio Malvasia 2013 Doro Princic
 Collio Malvasia 2013 Ronco dei Tassi
 Collio Pinot Bianco 2013 Franco Toros
 Collio Pinot Bianco 2013 Castello di Spessa
 Collio Pinot Bianco 2013 Picéch
 Collio Sauvignon 2013 Tiare - Roberto Snidarcig
 Collio Sauvignon Ronco delle Mele  2013 Venica & Venica
 Friuli Grave Pinot Bianco 2013 Le Monde
 Friuli Isonzo Friulano Dolée 2012 Vie di Romans
 Friuli Isonzo Pinot Grigio Gris 2012  Lis Neris
 Malvasia 2010 Damijan Podversic
 Noans 2012 Tunella
 Ograde 2012 Skerk
 Rosazzo Bianco Terre Alte 2012 Livio Felluga
 Severo Bianco 2012 Ronco Severo
 Vintage Tunina 2012 Jermann
 W.... Dreams.... 2012 Jermann

I collezionisti di vino più importanti del mondo

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Interessante articolo apparso suThe Drink Business che mette insieme i dieci migliori collezionisti di vino al  mondo.
Il primo di questi è il tedesco Hardy Rodenstock che attorno agli anni '80 era diventato famoso per le sue maratone di degustazione come quella organizzata dal 30 agosto al 5 settembre 1998 dove ha messo a disposizione la sua collezione di Château d'Yquem dal 1784 al 1991 (125 annate). Si parla anche di Rodenstock la una bottiglia messa da lui messa all'asta, una Chateau Lafite, con le iniziali THJ che molti attribuiscono all'ex presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson.

Hardy Rodenstock - Foto: thedrinkbusiness.com

Altro importante collezionista è Leslie Rudd, titolare di uno dei migliori ristoranti della Napa Valley, che si stima abbia nella sua cantina oltre 10.000 rari vini della famosa regione vitivinicola dalla California. Ad oggi, si dice, la più grande collezione di vino della Napa Valley.

Leslie Rudd - Foto: thedrinkbusiness.com

Michel-Jack Chasseuilè considerato uno dei più grandi collezionisti al mondo vantando almeno 40.000 bottiglie delle più prestigiose cantine francesi. La sua fama è talmente popolare che quest'anno è stato tenuto ostaggio da alcuni ladri che volevano entrare nella sua mitica cantina che, nonostante tutto, ha retto all'intrusione tanto che i delinquenti sono andati via solo con vini di scarso valore.

Michel-Jack Chasseuil - Foto: thedrinkbusiness.com

Rudy Kurniawan fino a poco tempo fa era considerato uno dei principali collezionisti di vino al mondo fino a quando non si è scoperto che i vini che vendeva all'asta erano palesemente taroccati dallo stesso Kurniawan che, secondo gli inquirenti, avrebbe  mescolato vino vecchio con le nuove annate dello stesso creando così almeno 12.000 bottiglie di false annate dei più grandi Chateau mondiali. Oggi Kurniawan sconta una pena di 10 anni di reclusione ed è stato obbligato a pagare circa 30 milioni di dollari come risarcimento per le tante truffe prodotte.

Rudy Kurniawan - Foto: thedrinkbusiness.com

Sir Alex Ferguson, ex manager del Manchester United, è un noto wine lover che ha acquistato moltissime grandi bottiglie nel corso della sua carriera. Alcune di queste, tra cui una grande quantità di Domaine de la Romanée-Conti, un Petrus 2000, un imperiale di Sassicaia 2005 e di Ornellaia 2006, sono state vendute quest'anno nel corso di tre aste di beneficenza organizzate da Christie’s. La vendita ha fatturato oltre 2 milioni di sterline.

Alex Ferguson - Foto: thedrinkbusiness.com

Il miliardario americano Bill Kochè un appassionato collezionista di vino ma entra nella classifica sicuramente per il maggior numero di fregature prese durante le aste. Infatti, oltre ad aver citato Hardy Rodenstock per l'acquisto del Lafite firmato Thomas Jefferson, lo stesso Koch ha citato altre importanti case d'aste perchè sostiene che queste gli abbiamo rifilato almeno 200 bottiglie false tra il 2005 e il 2006 per un valore di oltre due milioni di dollari. Insomma, Koch pare un pò il pollo in  un tavolo da poker...

Bill Koch - Foto: thedrinkbusiness.com

Un altro collezionista di vini di alto profilo è il compositore Andrew Lloyd Webber che pare sia cresciuto a sorsi di Barolo grazie all'amore dei suoi zii per il grande vino italiano. Collezionista fin da giovane (in una intervista ha ricordato la sua prima volta con uno Chateau Palmer del '61), nel 2011 ha venduto ha venduto parte della sua vasta collezione realizzando un fatturato di oltre £ 3.500.000. Webber, comunque,  mantiene gran parte della sua collezione di vini rari e preziosi nel suo rifugio di campagna in Hampshire.

Andrew Lloyd Webber - Foto: thedrinkbusiness.com

Robert Rosania, un agente immobiliare di New York, è considerato uno dei più grandi collezionisti di Champagne del mondo. Pur avendo iniziato a raccogliere Champagne a soli 10 anni fa, Rosania ha accumulato una vasta collezione di rarissimi Bollinger, Taittinger, Pol Roger, Krug,  Philipponnat, Dom Pérignon, che nel 2012 ha venduto ad un'asta realizzando oltre 600.000 sterline. Tra le bottiglie era presente anche una magnum di Cristal 1964.

Gene Mulvihilltitolare del ristorante Latour nel New Jersey, è il proprietario di una delle più grandi collezioni di vino nel mondo visto che parliamo di circa 135.000 bottiglie di vino. La collezione vanta delle verticali fantastiche come, ad esempio, oltre 100 annate di Chateau Latour (1863-2009) e selezioni di Cheval Blanc, Ausone, Haut Brion, Lafite, Margaux, Mouton e Petrus.

Gene Mulvihill - Foto: njmonthly.com
Tra i maggiori collezionisti al mondo, storicamente, non si può non nominare Thomas Jefferson, il terzo presidente degli Stati Uniti, la cui passione per il vino era talmente forte che è stato definito il primo esperto di vino negli Stati Uniti. La sua passione pare sia nata grazie a George Wythe, suo mentore legale in giovane età, che era famoso per il suo amore per i grandi vini francesi che Jefferson potè successivamente studiare dopo che, nel 1785, successe a Franklin come ambasciatore in Francia. A Parigi, infatti, Jefferson visse per cinque anni e in quel periodo, oltre a viaggiare a Bordeaux e in Borgogna soventemente, acquistò una grande collezione di vini francesi che egli stesso avrebbe poi successivamente marcato con le proprie iniziali.
Prima della sua presidenza, inoltre, Jefferson agì come wine advisor per George Washington. Durante i suoi due mandati come presidente, Jefferson pare aver speso oltre 16.000 dollari di vino.

Thomas Jefferson - Foto: thedrinkbusiness.com

Tre Bicchieri 2015 Veneto Gambero Rosso

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I Tre Bicchieri del Veneto premiano vini di 10 annate diverse. Dal 2003 a oggi tante cose sono cambiate, a partire dai gusti per approdare all'attenzione alla sostenibilità, e a un rinnovato interesse per i vitigni autoctoni e le tradizioni. Fino al desiderio di creare vini che restituissero una fotografia fedele dell'andamento climatico di ogni annata e dei profili caratteristici di ogni vitigno. Così anche se l'Amarone continua a essere il vino più premiato, testimonia di questa trasformazione con prodotti molto più eleganti e tesi che in passato. Mentre per la Valpolicella Superiore trova espressioni più identitarie rispetto all’Amarone, con risultati sempre più incisivi e raffinati. Il Custoza è ormai uno dei grandi bianchi della regione, insieme al Soave, punto di raccordo tra la potenza e la tensione, mentre a Valdobbiadene sono sempre di più le aziende che sanno esaltare la delicata ed effervescente aromaticità del Prosecco. A questi si unisce una ricca batteria di piccoli gioielli regionali. In Veneto anche il premio per il miglior Rapporto Qualità Prezzo dell’anno.



 Amarone della Valpolicella  2010 Corte Sant'Alda
 Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2010 Tenuta Sant'Antonio
 Amarone della Valpolicella Cl. 2010 Allegrini
 Amarone della Valpolicella Cl. 2010 Brigaldara
 Amarone della Valpolicella Cl. Caloetto 2006 Le Ragose
 Amarone della Valpolicella Cl. Casa dei Bepi 2009 Viviani
 Amarone della Valpolicella Cl. Costasera Ris.  2009 Masi
 Amarone della Valpolicella Cl. La Mattonara Ris. 2003 Zymè
 Amarone della Valpolicella Cl. S. Rocco Domini Veneti 2008 Cantina Valpolicella Negrar
 Amarone della Valpolicella Cl. Vign. Monte Ca' Bianca  2009 Lorenzo Begali
 Bardolino Cl. Brol Grande 2012 Le Fraghe
 Brut Grave di Stecca  2011 Nino Franco
 Cartizze V. La Rivetta  Villa Sandi
 Colli Euganei Cabernet Borgo delle Casette Ris.  2010 Il Filò delle Vigne
 Colli Euganei Rosso Gemola 2008 Vignalta
 Colli Euganei Rosso Serro 2011 Il Mottolo
 Cristina V. T.  2011 Roeno
 Custoza Mael   2013 Corte Gardoni
 Custoza Sup. Amedeo  2012 Cavalchina
 Custoza Sup. Ca' del Magro  2012 Monte del Frà
 Lugana Molceo Ris. 2012 Ottella
 Montello e Colli Asolani Il Rosso dell'Abazia 2011 Serafini & Vidotto
 Recioto della Valpolicella Cl. Uva Passa   2011 Villa Bellini
 Soave Cl. Campo Vulcano   2013 I Campi
 Soave Cl. La Rocca 2012 Leonildo Pieropan
 Soave Cl. Monte Carbonare 2012 Suavia
 Soave Cl. Monte Fiorentine 2013 Ca' Rugate
 Soave Sup. Il Casale 2013 Agostino Vicentini
 Valdobbiadene Brut Particella 68 2013 Sorelle Bronca
 Valdobbiadene Brut Rive di Col San Martino Cuvée del Fondatore Graziano Merotto 2013 Merotto
 Valdobbiadene Brut Vecchie Viti 2013 Ruggeri & C.
 Valdobbiadene Rive di Farra di Soligo Brut Col Credas 2013 Adami
 Valpolicella Cl. Sup. Camporenzo 2011 Monte dall'Ora
 Valpolicella Sup. 2012 Musella
 Valpolicella Sup.  2010 Marion
 Valpolicella Sup.  2011 Roccolo Grassi

Poggiarellino e quel Brunello di Montalcino un po' dimenticato

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Anna e Ludovico Ginotti li ho incontrati una domenica di Luglio vicino a Buonconvento, erano ospiti di amici comuni e me li sono trovati seduti accanto a me a tavola davanti ad una succulenta fiorentina.

Dopo aver parlato con loro per circa un'ora ho capito perchè della loro azienda e dei loro vini è stato scritto, sopratutto in Rete, poco o nulla. Signore e signori i coniugi Ginotti sono due alieni rispetto allo star system dei vino italiano, montalcinese in particolare. I motivi li ritrovi nei loro occhi e e nelle loro mani che trasudano lavoro e sacrifici con conseguente poco tempo a disposizione per seguire le varie rotte di comunicazione e promozione tant'è che ad oggi, mi confidano, non hanno mai partecipato ad alcun Benvenuto Brunello pur aderendo al Consorzio da sempre. 

La loro età e, soprattutto, una figlia che non vuole seguire il loro lavoro, non li sta di certo aiutando in questa fase della loro vita da vignaioli che è iniziata tanti anni fa quando podere Poggiarellino, situato a nord di Montalcino, è stato ereditato in maniera rocambolesca da Ludovico Ginotti che prima di allora faceva di mestiere tutt'altro.




Mi invitano a visitare la loro azienda il giorno dopo perchè vogliono farmi degustare il loro Brunello, teneramente mi confidano che non sono sicuri della riuscita della nuova annata e di questi tempi, con gli importatori alle porte, non possono sbagliare nulla.

Poggiarellino mi si presenta come una bella tenuta toscana dove tutto è curato, a partire dai tre ettari di vigne, iscritte tutte a Brunello, che Ludovico governa in maniera autonoma mentre in cantina, fortunatamente, oggi stanno avendo l'aiuto di due ragazzi che gestiscono tutti i lavori più faticosi.



Entrare nella loro casa, adiacente al loro agriturismo, ha un non so che di familiare, le pareti e le sale, arredate in maniera tradizionale, trasmettono calore e sensazioni ormai perdute. Il loro tavolo, quello di tutti i giorni, è il mio tavolo da degustazione sopra il quale Anna, sicuramente da molto tempo prima, ha posizionato il suo Brunello di Montalcino che, sorpresa, mi viene presentato in varie annate. Il vino, così viene descritto, fermenta in maniera del tutto naturale ed affina per circa quattro anni in botti di rovere di Slavonia di media capacità (mai oltre i 30 Hl). Il successivo imbottigliamento avviene senza filtrazione e i Ginotti non fanno uscire il loro sangiovese se questo non ha affinato almeno altri sei mesi in vetro.

Il primo vino in degustazione è un Brunello di Montalcino 2004 la cui annata felice la possiamo ritrovare anche in questa versione dove, superata una fase olfattiva iniziale abbastanza scorbutica, il sangiovese si apre su sensazioni scure, minerali, con tratti aromatici che arrivano a sfiorare i fiori rossi macerati e l'eucalipto. Alla gustativa il vino presenta un tannino ben sviluppato e disteso, trama minerale e un allungo sapido di grande carattere. 



Gli occhi di Anna seguono ogni mia mossa e, quando le dico che mi piace molto questo vino, il suo viso, dapprima tirato, si distende sfoggiando un sorriso grande come il suo cuore.


Il secondo vino, invece, è un Brunello di Montalcino 2008 il quale, rispetto al precedente, ha una espressione più gioiosa, paffutella, dove emergono profumi maturi di ciliegia rossa, cassis, ribes, erbe aromatiche. Sorso di impatto, è un sangiovese di calore e colore a cui manca l'allungo del 2004 per essere davvero godibile sotto tutti i punti di vista.

Seguito ancora dagli sguardi dei coniugi Ginotti arriva il tanto temuto Brunello di Montalcino 2009 che già dal colore, un rubino molto trasparente, fa capire che siamo di fronte a qualcosa di diverso dai precedenti vini.l E già, questo infatti odora di fiori, di rosa e violetta in particolare, per poi virare su sensazioni pregiate di agrume rosso e lavanda. Armonico, sviluppa un corpo misurato, un pregiato tannino e un allungo deciso e fresco. 



Anna mi guarda. Io mi sposto verso di lei e l'abbraccio forte forte. "Vai ad aprire quelle e-mail" - le dico con un sorriso - "che se gli svizzeri non comprano sto vino te lo prendo tutto io....".

Tre Bicchieri 2015 Toscana Gambero Rosso

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Baffo Nero 2012 Rocca di Frassinello
Bolgheri Rosso Sup. 2011 Podere Sapaio
Bolgheri Rosso Sup. Millepassi 2011 Donna Olimpia 1898
Bolgheri Sassicaia 2011 Tenuta San Guido
Bolgheri Sup. 2011 Tenuta Argentiera
Bolgheri Sup. L'Alberello 2011 Podere Grattamacco
Bolgheri Sup. Sondraia 2011 Poggio al Tesoro
Brunello di Montalcino 2009 Baricci
Brunello di Montalcino 2009 Biondi Santi - Tenuta Il Greppo
Brunello di Montalcino 2009 Casanova di Neri
Brunello di Montalcino 2009 Donna Olga
Brunello di Montalcino 2009 La Cerbaiola
Brunello di Montalcino 2009 Pietroso
Brunello di Montalcino Altero 2009 Poggio Antico
Brunello di Montalcino Ris. 2008 Caprili
Brunello di Montalcino V. Loreto 2009 Mastrojanni
Brunello di Montalcino V. Manapetra 2009 La Lecciaia
Carmignano Ris. 2011 Piaggia
Chianti Cl. 2011 Val delle Corti
Chianti Cl. 2012 Badia a Coltibuono
Chianti Cl. 2012 Bandini - Villa Pomona
Chianti Cl. Ama 2011 Castello di Ama
Chianti Cl. Baron'Ugo Ris. 2010 Monteraponi
Chianti Cl. Castello di Radda Ris. 2011 Castello di Radda
Chianti Cl. Colledilà Gran Sel. 2011 Barone Ricasoli
Chianti Cl. Il Grigio da San Felice Gran Sel. 2010 San Felice
Chianti Cl. Il Solatio Gran Sel. 2010 Castello d'Albola
Chianti Cl. Ris. 2011 Brancaia
Chianti Cl. Ris. 2011 Castello di Monsanto
Chianti Cl. Ris. 2011 Fattoria Nittardi
Chianti Cl. Ris. Gran Sel. 2010 Tenuta di Lilliano
Chianti Cl. V. Casi Ris. 2011 Castello di Meleto
Chianti Cl. Vign. di Campolungo Gran Sel. 2010 Lamole di Lamole
Chianti Cl. Vigna La Prima Gran Sel. 2010 Castello di Vicchiomaggio
Chianti Rufina V. V. Ris. 2011 Marchesi de' Frescobaldi
Coevo 2011 Famiglia Cecchi
Colline Lucchesi Tenuta di Valgiano 2011 Tenuta di Valgiano
Cortona Syrah 2011 Stefano Amerighi
Cortona Syrah Il Castagno 2011 Fabrizio Dionisio
Fontalpino Do ut des 2011 Fattoria Carpineta
Galatrona 2011 Fattoria Petrolo
I Sodi di S. Niccolò 2010 Castellare di Castellina
Il Brecciolino 2011 Castelvecchio
La Querce 2011 Le Querce
Le Pergole Torte 2011 Montevertine
Lupicaia 2010 Castello del Terriccio
Masseto 2011 Tenuta dell'Ornellaia
Montecucco Sangiovese Lombrone Ris. 2010 Colle Massari
Morellino di Scansano 2012 Poggio Trevvalle
Morellino di Scansano Calestaia Ris. 2010 Roccapesta
Morellino di Scansano Madrechiesa Ris. 2011 Terenzi
Nobile di Montepulciano 2011 Podere Le Berne
Nobile di Montepulciano 2011 Tenute del Cerro
Nobile di Montepulciano Asinone 2011 Poliziano
Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli 2010 Poderi Boscarelli
Nobile di Montepulciano Salco 2010 Salcheto
Oreno 2011 Tenuta Sette Ponti
Orma 2011 Podere Orma
Paleo Rosso 2011 Le Macchiole
Petra Rosso 2011 Petra
Picconero 2010 Tolaini
Poggiassai 2011 Poggio Bonelli
Poggio ai Chiari 2007 Colle Santa Mustiola
Poggio alle Nane 2011 Tenuta Le Mortelle
Rocca di Frassinello 2012 Rocca di Frassinello
Rosso di Montalcino 2010 Stella di Campalto - Podere San Giuseppe
Rossole 2012 Borgo Salcetino
Siepi 2011 Castello di Fonterutoli
Vernaccia di S. Gimignano Albereta Ris. 2011 Il Colombaio di Santa Chiara
Vernaccia di S. Gimignano Tradizionale 2012 Montenidoli
Vin Santo di Carmignano Ris. 2007 Tenuta di Capezzana

Grosjean - Vallée D'Aoste DOC Petite Arvine "Vigne Rovettaz" 2013

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La mia serata a Porthos, uno dei templi della cultura del vino a Roma, ha avuto vari momenti emozionanti a partire da saluto caloroso e dalle belle parole nei miei confronti da parte di Sandro Sangiorgi, un maestro per tutti noi che vogliamo comunicare il vino.
Il tema della degustazione è stata la Valle d'Aosta, una regione sottovalutata dal punto di vista vitivinicolo che, grazie anche al libro di Fabrizio Gallino, durante il primo week end di ottobre ho voluto girare in lungo ed in largo al fine di condividere con i presenti le mie esperienze sul campo.
Il primo dei vini degustati durante l'evento, organizzato e cocondotto con la solita cura da Matteo Gallello, è stata la Petite Arvine di Grosjean, azienda familiare, situata nei comuni di Quart e Saint Christophe (media valle), avviata da papà Dauphin, oggi coadiuvato dai suoi cinque figli, che nel 1969 decise finalmente di imbottigliare il suo primo vino che venne presentato, con successo, alla “II Exposition des Vins du Val d‘Aoste“.

La famiglia Grosjean
Attualmente i dieci ettari di vigneti, coltivati a petit rouge, gamay, pinot nero, petite arvine, fumin, cornalin, prëmetta e vuillermin, sono gestiti dal 1975 in maniera totalmente organica al fine di ricercare, così mi disse Vincent, uno dei fratelli Grosjean, un vino di territorio che faccia bene oltre che alla salute della Terra anche a quella dell'uomo.

Vigneti

La ricerca di questa purezza la ritroviamo nella loro Petite Arvine "Vigne Rovettaz" 2013 proveniente da un piccolo appezzamento di circa un ettaro situato nel comune di Quart con esposizione sud, sud-ovest con pendenze di oltre il 70%. 

Quando si dice viticoltura eroica.


Questa petite arvine in purezza fermenta in parte in acciaio, circa 80%, a bassa temperatura e con lunga permanenza sulle fecce fini. In parte, circa 20%, in barriques dall'inizio fermentazione. L'affinamento avvienesur lie con batonage a partire dalla Luna Nuova di Aprile, sia per la parte in acciaio che per la parte in barriques. Imbottigliamento a giugno dopo l'assemblaggio.

L'impianto olfattivo del vino ha il respiro della montagna che prende la forma del gelso bianco, del sambuco, della mela acerba, della pietra su cui scorre l'acqua gelida della Dora Baltea. Il sorso è ascensionale, nervoso, freschissimo e non può, se chiudi gli occhi, non scortarti in questo angolo di mondo alpestre che è la Valle d'Aosta. La petite arvine è questa, non bisogna cercare altro.

Tre Bicchieri 2015 Piemonte Gambero Rosso

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Che il Piemonte riesca a esprimere un livello qualitativo assoluto anche sul versante dei bianchi non è una novità e i tre autoctoni, Timorasso, Gavi (da uve cortese) ed Erbaluce si stanno ritagliando uno spazio meritato e preciso nell’articolato panorama nazionale, grazie a interpretazioni agili, vibranti, fresche e complesse allo stesso tempo. Poi ci sono i rossi, i grandi rossi piemontesi. Ottima la prestazione delle principali denominazioni dedicate al vitigno barbera, il Dolcetto che mantiene alto il vessillo dell’eccellenza con esempi molto varietali e originali. E poi c'è il nebbiolo, in tutte le sue accezioni e denominazioni: il Nord Piemonte, terra storica di vini profondi e longevi, vanta un compatto e variegato numero di premi, diversi e complementari tra loro e in grado di far comprendere l’essenza della viticoltura di questo angolo d’Italia; il Roero, dove i terreni sabbiosi regalano sfumature piu` tratteggiate e rarefatte. Arriviamo a destra del Tanaro, dove si trovano il Barbaresco e il Barolo che disegnano una mappa sensoriale ideale di un territorio unico e irripetibile. I molti premi per queste due super denominazioni rendono impossibile tracciare classifiche di merito assoluto, in quanto i premiati con i Tre Bicchieri rispondono a stili e terroir simili ma non sovrapponibili o diversi e non facilmente paragonabili. In sintesi, dunque, meravigliosi tratti distintivi che aggiungono a una regione cosi` particolarmente dotata, un’unicita` che la pone tra le aree enologiche piu` interessanti del pianeta. Rosso dell’Anno, quindi l’eccellenza dell’eccellenza, assegnato al Barolo Villero Riserva 2007 di Vietti. Un vino e un’azienda che rappresentano, in Italia e in tanti paesi del mondo, un punto di riferimento di qualita` e prestigio per il made in Italy enologico.



Alta Langa Brut Zero Sboccatura Tardiva Cantina Maestra 2008 Enrico Serafino
Barbaresco Crichët Pajé 2005 I Paglieri - Roagna
Barbaresco Currà 2010 Sottimano
Barbaresco Gallina 2011 La Spinetta
Barbaresco Ovello Ris. 2009 Produttori del Barbaresco
Barbaresco Ovello V. Loreto 2011 Albino Rocca
Barbaresco Pora 2010 Ca' del Baio
Barbaresco Rabajà 2011 Bruno Rocca
Barbaresco Rabajà 2011 Giuseppe Cortese
Barbaresco Rombone 2010 Florenzo Nada
Barbaresco S. Stunet 2011 Piero Busso
Barbaresco Serraboella 2010 F.lli Cigliuti
Barbera d'Alba Bric du Luv 2012 Ca' Viola
Barbera d'Alba Vittoria 2011 Gianfranco Alessandria
Barbera d'Asti Bricco dell'Uccellone 2012 Braida
Barbera d'Asti Pomorosso 2011 Coppo
Barbera d'Asti Sup. Nizza 2011 Tenuta Olim Bauda
Barbera d'Asti Sup. Nizza Acsé 2011 Scrimaglio
Barbera d'Asti Sup. Nizza Le Nicchie 2011 La Gironda
Barbera d'Asti Sup. Nizza V. Dell'Angelo 2011 Cascina La Barbatella
Barbera d'Asti Sup. V. La Mandorla 2012 Luigi Spertino
Barbera del M.to Sup. Barabba 2010 Iuli
Barbera del M.to Sup. Bricco Battista 2011 Giulio Accornero e Figli
Barolo 2010 Bartolo Mascarello
Barolo 2010 Cascina Fontana
Barolo Arborina 2010 Mauro Veglio
Barolo Brea V. Ca' Mia 2010 Brovia
Barolo Bricco delle Viole 2010 G. D. Vajra
Barolo Bricco Manzoni 2010 Silvio Grasso
Barolo Bricco Pernice 2009 Elvio Cogno
Barolo Broglio Ris. 2008 Schiavenza
Barolo Brunate 2010 Damilano
Barolo Bussia Romirasco 2010 Aldo Conterno
Barolo Bussia V. Mondoca Ris. 2008 Poderi e Cantine Oddero
Barolo Cannubi 2010 Marchesi di Barolo
Barolo Cannubi 2010 E. Pira & Figli - Chiara Boschis
Barolo Cannubi 2010 Poderi Luigi Einaudi
Barolo Cannubi Boschis 2010 Luciano Sandrone
Barolo Cerequio 2010 Michele Chiarlo
Barolo Francia 2010 Giacomo Conterno
Barolo Ginestra 2010 Paolo Conterno
Barolo Gramolere 2010 F.lli Alessandria
Barolo Lazzarito Ris. 2008 Ettore Germano
Barolo Le Rocche del Falletto Ris. 2008 Bruno Giacosa
Barolo Monprivato 2009 Giuseppe Mascarello e Figlio
Barolo Monvigliero 2009 Bel Colle
Barolo Monvigliero 2010 G. B. Burlotto
Barolo Ornato 2010 Pio Cesare
Barolo Resa 56 2010 Brandini
Barolo Rocche dell'Annunziata 2010 Renato Corino
Barolo Rocche dell'Annunziata Ris. 2008 Paolo Scavino
Barolo Serra 2010 Giovanni Rosso
Barolo V. Rionda Ris. 2008 Massolino
Barolo Villero Ris. 2007 Vietti
Boca 2010 Le Piane
Bramaterra 2010 Odilio Antoniotti
Bricco Maiolica Nebbiolo d'Alba Cumot 2011
Carema Et. Nera 2009 Ferrando
Colli Tortonesi Barbera Elisa 2011 La Colombera
Colli Tortonesi Timorasso Fausto 2012 Vigne Marina Coppi
Colli Tortonesi Timorasso Martin 2012 Franco M. Martinetti
Colli Tortonesi Timorasso Pitasso 2012 Claudio Mariotto
Costa del Vento 2012 Vigneti Massa
Dogliani Papà Celso 2013 Abbona
Dogliani Sup. San Bernardo 2011 Anna Maria Abbona
Dolcetto di Ovada Sup. Du Riva 2011 Luigi Tacchino
Erbaluce di Caluso La Rustìa 2013 Orsolani
Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2013 Favaro
Fantino Barolo Sorì Ginestra 2010 Conterno
Gattinara Osso S. Grato 2010 Antoniolo
Gavi del Comune di Gavi Monterotondo 2012 Villa Sparina
Gavi del Comune di Gavi Bruno Broglia 2012 Vitivinicola Broglia
Ghemme 2010 Torraccia del Piantavigna
Langhe Larigi 2012 Elio Altare
Langhe Nebbiolo Sorì Tildin 2011 Gaja
Roero Gepin 2010 Stefanino Costa
Roero Giovanni Almondo Ris. 2011 Giovanni Almondo
Roero Mombeltramo Ris. 2010 Malvirà
Roero Printi Ris. 2010 Monchiero Carbone

Il Trento Doc a Roma

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Roma diventa capitale delle bollicine di montagna. Dal 24 al 31 ottobre 2014 pregiati ristoranti, enoteche e winebar accoglieranno ventidue produttori di Trento doc con un programma ricco d’incontri, volti a degustare e conoscere il miglior metodo classico d’Italia.
Lunedì 27 ottobre dalle ore 16 alle 21,00 AIS ROMA ha organizzato un incredibile banco d’assaggio con 22 Aziende vitivinicole Trentine e con oltre 50 vini in degustazione.
Le aziende che partecipano alla manifestazione : Abate Nero, Altemasi, Balter, Bellaveder, Cantina Aldeno, Cantina Mori Colli Zugna, Cantina Rotaliana di Mezzolombardo, Cantine Monfort, Conti Wallenburg, Endrizzi, Ferrari F.lli Lunelli, Fondazione Edmund Mach, Letrari, Maso Martis, Moser, Opera Vitivinicola in Valdicembra, PisoniF.lli Pedrotti Spumanti, Revì, Rotari, San Michael, Zanotelli.

Durante la manifestazione due incredibili seminari di approfondimento:
Alle ore 17,30 – LA MONTAGNA E L’EVOLUZIONE DEL TRENTODOC NEL TEMPO
1. Trentodoc Moser 51,151 s.a., Moser
2. Trentodoc Redor Brut s.a. Cantina Rotaliana di Mezzolombardo
3. Trentodoc Forneri Brut 2011, Zanotelli
4. Trentodoc Endrizzi Brut 2011, Endrizzi
5. Trentodoc Altinum Brut 2009, Cantina di Aldeno
6. Trentodoc Pedrotti Brut 2009, Pedrotti Spumanti
Alle 20 - TRENTODOC RISERVA, L’ECCELLENZA NEL CALICE
1. Trentodoc Morus dal 1957 Brut 2010, Cantina Mori Colli Zugna
2. Trentodoc Mach Riserva del Fondatore Fondazione Edmund Mach, 2009
3. Trentodoc Monfort Riserva 2008, Cantine Monfort
4. Trentodoc Rotari AlpeRegis Extra Brut Millesimato 2008, Rotari
5. Trentodoc Conti Wallenburg Cuvèe del Conte Fondatore 2008, Conti Wallenburg
6. Trentodoc Letrari Riserva Brut 2008, Letrari
7. Trentodoc Ferrari Perlè 2007, Ferrari F.lli Lunelli
Entrambi i seminari saranno condotti da un  Relatore d’eccezione: Nicola Bonera, (Miglior Sommelier d’Italia 2010).
Per i banchi d’assaggio non occorre prenotazione, contributo per la partecipazione 10,00 euro.
Per i seminari posti limitati con prenotazione obbligatoria, contributo per la partecipazione 10,00 euro per singolo seminario.
Dove: RADISSON BLU Hotel Rome Via Filippo Turati 171 – Roma


Focus sul Gattinara DOCG con EnoRoma

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Continuano, con EnoRoma, le serate di degustazione con tema L'Alto Piemonte organizzate grazie al patrocinio dell'omonimo Consorzio.

Qualche giorno fa è stata DOCG Gattinara ad entrare sotto la lente di ingrandimento di venti appassionati romani che, coadiuvati dalla tavola del Simposio di Piazza Cavour, hanno potuto apprezzare varie sfaccettature di questo grande vino piemontese il cui disciplinare di produzione, lo ricordiamo, prevede che debba essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti, aventi in ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: vitigno Nebbiolo (Spanna) dal 90 al 100%. Alla produzione del Gattinara DOCG possono concorrere anche le uve provenienti da vitigni Vespolina per un massimo del 4% e/o Uva Rara, purché detti vitigni complessivamente non superino il 10% del totale.

La DOCG GAattinara. Foto: Lavinium

Il Gattinara DOCG, prodotto nell'intero comune di Gattinara (Vercelli), è un vino che è stato storicamente sempre apprezzato e, a testimonianza di ciò, negli archivi vescovili di Vercelli si trova scritto che vigne in zona si trovavano fin dai tempi di Carlo Magno diventando famoso alla corte del Re di Spagna grazie al Marchese di Gattinara cardinale Mercurino Arborio che lo offrì come mezzo di trattativa diplomatica.

Oggi la DOCG Gattinara può vantare su circa 100 ettari di vigneto in produzione la cui radici poggiano su un terreno di formazione vulcanica (parliamo di 270 milioni di anni) ricco di graniti, porfidi ed abbondanti minerali di ferro che conferiscono il tipico colore rossiccio al suolo a forte reazione acida causata dall'assenza di calcare.

Terreno tipico del Gattinara. Foto:http://www.arsvivendiclub.it

Per avere un'idea generale della denominazione abbiamo aperto, scegliendo tra alcuni dei produttori più rappresentativi, Gattinara di diverse annate e, grazie agli amici di The Great Gig in The Wine, abbiamo fatto un importante approfondimento della produzione di uno dei vignaioli emergenti della denominazione: Paride Iaretti.

Cantina Sociale Gattinara - Gattinara 2006: per capire fino in fondo un territorio e una denominazione devi anche partire dal basso e questo nebbiolo in purezza si conferma come me lo aspettavo e cioè abbastanza anonimo e scomposto se paragonato ai vini successivi. L'unico odore che abbiamo trovato è stato quello di armadio chiuso della nonna. Può bastare e....avanzare.


Travaglini - Gattinara Riserva 2007: se volete ritrovare l'eleganza nel Gattinara allora la Riserva di Travaglini è il vino che fa per voi. Il naso è una miscela lussuriosa di fiori secchi, fruttini rossi disidratati e soffi minerali mentre al sorso il nebbiolo e le sue durezza sembrano mediate da una mano di velluto che accompagna e rende provocante la beva. La Riserva di Travaglini è vinificata in serbatoi di acciaio inox per circa 15 giorni a temperatura controllata, con affinamento di 4 anni, di cui 3 anni in botti di Rovere di Slavonia e una piccola percentuale con affinamento in legni più piccoli. Affinamento in bottiglia di 8 mesi.


Antoniolo - Gattinara "San Francesco" 2008: altra azienda storica del territorio, fondata nel 1948 da Mario Antoniolo, la quale, rispetto a Travaglini, fin dagli anni '70 cerca di diversificare il suo patrimonio ampelografico creando dei veri e propri Cru di Gattinara come l'Osso San Grato, il Castelle e, ovviamente, il San Francesco. Rispetto al vino precedente, Antoniolo sembra essere molto più giovane della sua età sia per il colore, più intenso e quasi rubino, sia per lo spettro olfattivo dove spicca un cesto di frutta rossa e caratteristica mineralità. Al sorso dimentichiamoci il velluto della Riserva di Travaglini perchè il San Francesco è dirompente nella struttura e nel vigore di una finale teso e di grande prospettiva. E' un Gattinara che fa scoprire il lato selvaggio del territorio. Vinificazione: : in vasche di cemento, fermentazione del mosto a contatto con le bucce 14 gg. Affinamento in tonneaux da 350/500 Lt. per 18 mesi e poi in botte grande per ulteriori 18 mesi. 

E poi la volta di Paride Iaretti e la verticale del suo Gattinara Riserva dal 2006 al 2001.

Gattinara Riserva 2006 - Paride Iaretti: non è semplice per nulla approcciarsi alla Riserva di Paride soprattutto se iniziamo al verticale con questo vino che giudico dirompente e con una austerità e una severità che al confronto i quadri di Velasquez sono pura arte futurista. Ancora indietro e da equilibrarsi ma la classe e la purezza di tutte le sue componenti fanno di questo Gattinara un punto fermo il cui apice, probabilmente, raggiungerà dopo la mia morte. Oh, sono giovanissimo io eh!!

Gattinara Riserva 2005 - Paride Iaretti: complice probabilmente l'annata ci ritroviamo nel bicchiere un vino molto diverso dal precedente visto che in questo caso si è raggiunta una giusta mediazione tra le durezze e le morbidezze del vino che odora di ruggine, viola appassita e rosa. Al gusto rivela gusto pieno e tensione nell'equilibrio. un tocco di austerità non manca comunque anche in questa versione grazie ad un finale che volge verso una amara mineralità nera. Da bere subito.


Gattinara Riserva 2004 - Paride Iaretti: l'annata non è certo di quelle minori ma il vino, almeno all'olfatto, è leggermente "sporcato" da un carattere "Brett" che con i suoi odori sgraziati pone una sorta di velo ad un contesto olfattivo di grande carattere e personalità. Meglio, molto meglio al sorso dove viene fuori tutto il territorio racchiuso nella Spanna di Iaretti che sfoggia un vigoroso tannino con lunga e pulita persistenza minerale. 


Gattinara Riserva 2003 - Paride Iaretti: un Gattinara in sintonia con l'annata per via di alcuni sbuffi alcolici al naso che si compone anche con sensazioni di spezie dolci, prugna essiccata e fiori rossi da diario. In bocca è caldo e registra una fase acida/tannica ancora da definirsi. Finale sapido e un filo corto. Tra quelli degustati fino ad ora è il peggiore.


Gattinara Riserva 2001 - Paride Iaretti: quando pensi a Paride Iaretti non puoi non prendere in considerazione questo millesimo per tantissimi motivi. Primo: per Iaretti è il millesimo di debutto dopo aver rilevato la gestione della sua azienda familiare. Secondo: come scrive lui stesso su Facebook, il 2001 è un anno che gli cambierà la vita (in negativo) visto che viene operato per un carcinoma spinocellulare alla lingua. Un'annata di grandi travagli e sofferenze può portare ad un grande risultato? Beh, la risposta è sì. Caro Paride, questa Riserva 2001 è un Gattinara di grande carisma dove ritrovo tutti le sfaccettature del grande nebbiolo associato al fascino minerale del territorio. Sublime per struttura, freschezza e succosità, si estende come un elastico infinito così come la sua persistenza. Grazie Paride.



Matelica e Verdicchio: binomio vincente!

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La mia passione per il Verdicchio è ormai abbastanza conosciuta e spesso e volentieri il mio cuore di appassionato si divide tra Jesi e Matelica. Faccio outing: quest'ultimo territorio, per le sue caratteristiche di unicità, ha avuto su di me sempre un grande fascino, un'attrazione fatale legata spesso alla caratteristiche del vino che ne deriva che, con le dovute eccezioni, è di frequente scontroso, verticale, minerale e, questo me lo insegna l'esperienza, legato a processi di invecchiamento molto ma molto interessanti.

Perchè un territorio unico e differente da Jesi? Pur essendo sostanzialmente simili da un punto di vista geologico, visto che le vigne poggiano mediamente su terreni calcareo-argillosi, le principali divergenze riguardano l'orientamento delle vigne e il clima. Nel primo caso, infatti, mentre l'areale di Jesi con i suoi vigneti scorre in direzione ovest-est con ai margini le montagne e il mare Adriatico, a Matelica l'orientamento delle vigne corre lungo l'asse nord-sud e, come possiamo vedere anche dalla cartina, l'influenza del mare e della sue correnti è abbastanza limitata.

Fonte: http://www.imtdoc.it

L'altro elemento distintivo tra Jesi e Matelica riguarda sicuramente il clima che nel secondo territorio, caratterizzato anche da rilievi che sfiorano i 700 metri di altezza, è mediamente più freddo con forti escursioni termiche tra giorno e notte soprattutto durante i mesi "caldi" della vendemmia.

Il Verdicchio di Matelica, prima DOC delle Marche, attualmente consta di circa 300 ettari vitati e il suo disciplinare di produzione (art. 2) prevede che possa essere ottenuto da uve del vitigno Verdicchio, presente in ambito aziendale, per un minimo dell’ 85%. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, per un massimo del 15%. La versione "Riserva" è una DOCG e, secondo le regole, deve avere un pò più di alcol (12% contro 11,5%), acidità (5 g/l contro 4,5 g/l) e un estratto maggiore (18 g/l contro 16 g/l). La zona di produzione (art. 3) comprende parte del territorio dei comuni di Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco in provincia di Macerata e parte del territorio dei comuni di Cerreto D'Esi e Fabriano, in provincia di Ancona.

Per approfondire meglio la tipologia e, soprattutto, per scoprire le differenze tra i principali produttori di Verdicchio di Matelica ho organizzato una orizzontale sull'annata 2012 e parallelamente, un focus sul millesimo 2010 con le varie "Riserve".



Verdicchio di Matelica "Vigneti del Cerro" 2012 - Belisario: bellissima espressione del territorio che si fa apprezzare per la sua sapidità unita ad intrigante intreccio fatto di agrumi ed anici. Vino dritto, chiude con suffusi accenti minerali.

Verdicchio di Matelica 2012 - Collestefano: il verdicchio di Fabio Marchionni in questa fase di gioventù è tagliente, vitreo e affilato come la lama della spada di Goemon. Se fosse una canzone? L'essenziale di Mengoni. L'annata calda non si percepisce e, a 5 euro in cantina, rimane ancora il solito grande rapporto q/p. Da aspettare.


Foto: Cellartracker

Verdicchio di Matelica "Terravignata" 2012 - Borgo Paglianetto: freschissimo ed invitante rimanda ad un cesto di fiori bianchi, melone bianco, limone e soffi salmastri. Invita costantemente alla beva per la sua verticalità e per un finale sapidissimo che dona persistenza e personalità.

Verdicchio di Matelica 2012 - Bisci: rispetto agli altri è un verdicchio più "pop" con un olfatto che rimanda alla frutta esotica, alla mandorla fresca e all'anice. Alla gustativa parte bene ma arrivato a centro bocca si perde un pò e cala inaspettatamente. Un pò monocorde avrà forse bisogno di tempo per aggiustarsi.

Verdicchio di Matelica 2012 - Fattoria La Monacesca: la solita corazzata che porta avanti un'idea di grandezza e grassezza senza tralasciare gli aspetti di eleganza e personalità. Lo riconosci alla cieca e lo riconosceresti tra mille. Stella polare del Matelica.




Verdicchio di Matelica "Alarico" 2012 - Vini Maraviglia: ho aperto due bottiglie di questo vino: la prima aveva problemi di tappo e la seconda aveva un problema di rifermentazione in bottiglia. Troppo discontinuo per un giudizio il più possibile coerente con la tipologia.

Dopo questa breve ma intensa panoramica sul 2012, siamo passati ad "ascoltare" cosa avevano da dire i vari vari Verdicchi di Matelica selezionati per l'annata 2010

Verdicchio di Matelica "Meridia" 2010 - Belisario: il bagaglio olfattivo, diviso tra frutta e fiori, è ancora abbastanza acerbo e la sensazione è ancora di più accentuata visto che, col tempo, il vino si apre tirando fuori dal cilindro soffi di linfa ed erba. Al sorso conferma la tendenza di quanto percepito con l'annata 2012, è fresco, teso e chiude iodato. Per ora è ancora un verdicchio che paragonerei ad una giovane matricola universitaria.



Verdicchio di Matelica "Vertis" 2010 - Borgo Paglianetto: questa piccola azienda si fa apprezzare anche per questo millesimo che definirei didattico per i suoi profumi di agrumi, anice, mandorla, ginestra e camomilla. Rinfrescante, sapido, appagante al sorso molto ben equilibrato e armonioso. Solo in magnum e, per 18 euro, è un bellissimo acquisto.

Verdicchio di Matelica "Vigneto Fogliano" 2010 - Bisci: coerente rispetto la versione "base" visto che ritrovo gli stessi aromi di frutta tropicale, ananas un primis, a cui seguono sensazioni di artemisia, mandorla dolce e ginestra appassita. Palato in armonia, fervido, polposo ed incalzato da una spinta acida decisa a cui seguono, nel finire, ritorni iodati. Possiamo confermare la nascita dello Bisci style?


Foto: Vivino.com

Verdicchio di Matelica 2010 - Collestefano: l'evoluzione nel del Verdicchio di Matelica a volte è inaspettata, a volte è spiazzante come in questo caso dove il vino si mette le vesti di un grande riesling di Mosella e tira fuori un mix di odori che vanno dall'idrocarburo al salmastro fino ad arrivare alla frutta a polpa gialla. Sorso pieno e dinamico che porta tutto il suo peso specifico molto oltre il singolo sorso. 

Verdicchio di Matelica "Mirum" 2010 -  Fattoria La Monacesca: sontuoso, possente, glicerico, goloso e godurioso, è il solito Mirum che in questa annata "classica" si fa apprezzare per una "dolcezza" calibrata che ricorda molto la frutta al sole, il miele, le spezie orientali e la ginestra. Sorso di impatto ma cesellato nell'equilibrio. Finale interminabile. Anche La Monascesa ha il suo stile.

Bene, cosa ho imparato in tutta questa degustazione? Sicuramente che il Verdicchio di Matelica, pur con le sue differenze interne legate al "manico" del produttore, è sostanzialmente un vino di grande verticalità che più che giocare con l'acidità si caratterizza per tratti sapidi e spesso iodati. Il corredo olfattivo, mediamente, è composto da agrumi, anice, mandorla e fiori gialli. Ah, non ce ne era bisogno, ma il Verdicchio di Matelica, così come quello di Jesi, sono vini che evolvono egregiamente. 

Prosit!

Tutti i premi di VITAE 2015, la guida dell'Associazione Italiana Sommelier

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Valle D’Aosta 
Vallée D’Aoste Blanc De Morgex Et De La Salle 2013 Albert Vevey – Tastevin
Vallée D’Aoste Chambave Muscat Flétri 2012 La Vrille
Vallée D’Aoste Petite Arvine 2013 Ottin
Vallée D’Aoste Pinot Gris 2013 Lo Triolet
Vallée D’Aoste Vuillermin 2012 Feudo Di San Maurizio
Piemonte
Barbaresco 2011 Gaja
Barbaresco Albesani 2010 Cantina Del Pino
Barbaresco Albesani Santo Stefano Riserva 2009 Castello Di Neive
Barbaresco Albesani Vigna Santo Stefano 2011 Bruno Giacosa
Barbaresco Asili 2011 Ceretto
Barbaresco Pajorè 2011 Sottimano
Barbaresco Pora 2010 Ca’ Del Baio
Barbaresco Rabajà 2011 Bruno Rocca Rabajà
Barbaresco Rabajà 2010 Castello Di Verduno
Barbaresco Rabajà 2011 Giuseppe Cortese
Barbaresco Vanotu 2011 Pelissero
Barbaresco Vigneto Valeirano 2011 La Spinetta
Barbera D’asti Bricco Dell’uccellone 2012 Braida Giacomo Bologna
Barbera D’asti Pomorosso 2011 Coppo
Barbera D’asti Superiore Bionzo 2011 La Spinetta
Barbera D’asti Superiore La Mandorla 2012 Luigi Spertino
Barbera D’asti Superiore Le Rocchette 2012 Tenuta Olim Bauda
Barbera D’asti Superiore Mongovone 2012 Elio Perrone
Barolo 2010 Bartolo Mascarello
Barolo Arborina 2010 Mauro Veglio
Barolo Arione 2010 Enzo Boglietti
Barolo Boscareto 2008 Ferdinando Principiano
Barolo Brea Vigna Ca’ Mia 2010 Brovia
Barolo Bricco Delle Viole 2010 Vajra
Barolo Bricco Pernice 2009 Cogno
Barolo Briccotto 2010 Domenico Clerico
Barolo Brunate 2010 Marengo
Barolo Brunate 2010 Rinaldi
Barolo Bussia 2010 Giacomo Fenocchio
Barolo Bussia Granbussia Riserva 2006 Poderi Aldo Conterno
Barolo Bussia Riserva 2008 Barale
Barolo Bussia Riserva 2004 Parusso
Barolo Bussia Riserva Vigna Colonnello 2008 Prunotto
Barolo Bussia Romirasco 2010 Poderi Aldo Conterno
Barolo Bussia Vigna Mondoca Riserva 2008 Oddero
Barolo Cannubi 2009 Borgogno
Barolo Cannubi 2010 Marchesi Di Barolo
Barolo Cannubi 2010 Paolo Scavino
Barolo Cannubi Boschis 2010 Sandrone
Barolo Cascina Francia 2010 Conterno
Barolo Cerretta 2010 Luigi Baudana
Barolo Cerretta 2010 Conterno
Barolo Cerretta 2010 Giovanni Rosso
Barolo Ciabot Mentin 2010 Domenico Clerico
Barolo Enrico Vi 2010 Cordero Di Montezemolo
Barolo Gattera 2010 Gianfranco Bovio
Barolo Gavarini Chiniera 2010 Elio Grasso
Barolo Gramolere 2010 Manzone
Barolo La Villa 2010 Seghesio
Barolo Le Coste 2010 Giacomo Grimaldi
Barolo Le Vigne 2010 Sandrone
Barolo Marasco 2010 Franco Maria Martinetti
Barolo Margheria 2010 Azelia
Barolo Margheria 2010 Massolino
Barolo Monprivato 2009 Giuseppe Mascarello
Barolo Monvigliero 2010 Comm. G.B. Burlotto
Barolo Mosconi 2010 Chiara Boschis
Barolo Prapò 2010 Ceretto
Barolo Prapò Riserva 2008 Schiavenza
Barolo Rocche 2010 Vietti
Barolo Rocche Dell’annunziata 2010 Renato Corino
Barolo Rocche Dell’annunziata 2010 Renato Ratti
Barolo Rocche Dell’annunziata Riserva 2008 Paolo Scavino
Barolo Rocche Riserva 2007 Lorenzo Accomasso
Barolo Sarmassa 2010 Brezza
Barolo Sarmassa Vigna Merenda 2008 Scarzello
Barolo Sorì Ginestra 2010 Conterno Fantino
Barolo Terlo Vigna Costa Grimaldi 2010 Poderi Luigi Einaudi
Barolo Tettimorra 2010 Scarpa
Barolo Vigna Cappella Santo Stefano 2010 Podere Rocche Dei Manzoni
Barolo Vigna Rionda 2010 Pira
Barolo Vigna Rionda Riserva 2008 Massolino
Barolo Villero 2010 Brovia
Barolo Villero 2009 Giuseppe Mascarello
Barolo Villero Riserva 2007 Vietti
Boca 2010 Le Piane
Bramaterra 2010 Antoniotti
Carema Etichetta Bianca 2010 Ferrando
Colli Tortonesi Timorasso Pitasso 2012 Claudio Mariotto
Derthona Timorasso Sterpi 2012 Vigneti Massa – Tastevin
Dogliani Briccolero 2013 Chionetti
Dogliani Superiore Maioli 2012 Anna Maria Abbona
Gattinara Osso San Grato 2010 Antoniolo
Gattinara Riserva 2009 Travaglini
Gattinara Vigneto Molsino 2008 Nervi
Gavi Del Comune Di Gavi Bruno Broglia 2012 Broglia
Gavi Del Comune Di Gavi Il Nostro Gavi 2010 La Giustiniana
Gavi Del Comune Di Gavi Minaia 2013 Nicola Bergaglio
Grignolino Del Monferrato Casalese Bricco Del Bosco Vigne Vecchie 2009 AccorneroTastevin
Langhe Nebbiolo Sorì Tildin 2011 Gaja
Langhe Nebbiolo Sperss 2010 Gaja
Langhe Riesling Hérzu 2012 Ettore Germano
Lessona Omaggio A Quintino Sella 2008 Tenute Sella
Moscato D’asti Casa Di Bianca 2013 Gianni Doglia
Nebbiolo D’alba 2012 Hilberg – Pasquero
Roero Bric Volta 2011 Malabaila
Roero Giovanni Almondo Riserva 2011 Giovanni Almondo
Roero Renesio Riserva 2010 Malvirà
Roero Ròche D’ampsèj Riserva 2010 Matteo Correggia
Soldati La Scolca Brut Rosé D’antan 2003 La Scolca
Lombardia
Franciacorta Brut Solouva
Franciacorta Brut Cabochon 2009 Monte Rossa
Franciacorta Brut Dosaggio Zero Cisiolo Villa Crespia
Franciacorta Brut Milledì 2010 Ferghettina
Franciacorta Brut Secolo Novo 2008 Le Marchesine
Franciacorta Dosage Zéro Vintage Collection 2009 Ca’ Del Bosco
Franciacorta Dosaggio Zero 2009 Faccoli
Franciacorta Extra Brut Lucrezia Etichetta Nera 2004 Castello Bonomi
Franciacorta Extra Brut Museum Release 2005 Ricci Curbastro
Franciacorta Pas Dosé Qde 2007 Il Mosnel
Franciacorta Pas Dosé Rosé Parosé 2008 Il Mosnel
Franciacorta Pas Operé 2007 Bellavista
Franciacorta Satèn 2009 Bellavista
Franciacorta Satèn Magnificentia 2010 Uberti
Franciacorta Satèn Maria Maddalena Cavalieri Riserva 2009 Chiara Ziliani
Franciacorta Satèn Palazzo Lana Riserva 2006 Berlucchi
Franciacorta Satèn Vintage Collection 2009 Ca’ Del Bosco
Franciacorta Zero Casa Delle Colonne Riserva 2007 Fratelli Berlucchi
Lugana Vigne Di Catullo Riserva 2011 Tenuta Roveglia
Moscato Di Scanzo 2011 Biava – Tastevin
Numero Uno 2011 Plozza
Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero Pas Dosé ‘More Rosé 2011 Castello Di Cigognola
Oltrepò Pavese Rosso Bohemi 2008 Le Fracce
Oltrepò Pavese Rosso Cavariola Riserva 2010 Bruno Verdi
Pinot Nero Brut Monsupello
Pinot Nero Dell’ Oltrepò Pavese Noir 2011 Tenuta Mazzolino
Sforzato Di Valtellina Messere 2008 Caven
Sforzato Di Valtellina San Domenico 2010 Triacca
Sforzato Di Valtellina Sfursat 5 Stelle 2011 Nino Negri
Valtellina Superiore Sassella Riserva 2009 Aldo Rainoldi
Valtènesi Chiaretto Molmenti 2011 Costaripa
Veneto
Acininobili 2009 Maculan
Amarone Della Valpolicella 2006 Giulietta Dal Bosco – Le Guaite
Amarone Della Valpolicella Classico Bosan Riserva 2006 Cesari
Amarone Della Valpolicella Classico Fracastoro 2006 Villabella
Amarone Della Valpolicella Classico La Mattonara Riserva 2003 Zýmē
Amarone Della Valpolicella Classico Le Quare 2010 Gamba
Amarone Della Valpolicella Classico Vigneti Di Jago Domìni Veneti 2008 Cantina Valpolicella Negrar
Amarone Della Valpolicella Vigneto Di Monte Lodoletta 2009 Romano Dal Forno
Bardolino Superiore Classico Munus 2012 Guerrieri Rizzardi
Bardolino Superiore Santa Lucia 2012 Cavalchina
Colli Di Conegliano Torchiato Di Fregona 2009 Cantina Produttori Di Fregona – Tastevin
Colli Euganei Fior D’arancio Passito Oro Fenice 2010 Tenuta San Basilio
Colli Euganei Fior D’arancio Passito Solone 2008 Fattoria Monte Fasolo
Colli Euganei Rosso Gemola 2008 Vignalta
Colli Euganei Rosso Vegro Riserva 2010 Sengiari
Custoza Superiore Campo Del Selese 2012 Albino Piona
Gambellara Classico Vin Santo Monte Di Mezzo 2009 Marchetto
Lugana Superiore 2002 Ca’ Lojera
Montello Colli Asolani Rosso Il Rosso Dell’abazia 2011 Serafini e Vidotto
Raboso Piave Passito Cecchetto
Recioto Della Valpolicella 2009 Roccolo Grassi
Soave Classico Ca’ Visco 2013 Coffele
Soave Danieli 2013 Fattori
Valdobbiadene Prosecco Superiore Dry Millesimato 2013 Malibràn
Valdobbiadene Superiore Di Cartizze Arzanà Dry 2013 Astoria
Valdobbiadene Superiore Di Cartizze Dry 2013 Al Canevon
Valdobbiadene Superiore Di Cartizze Dry 2013 Tanorè
Trentino
Gran Masetto 2010 Endrizzi
San Leonardo 2008 Tenuta San Leonardo
Sgarzon 2012 Foradori
Teroldego Rotaliano Pini 2010 Zeni
Trentino Superiore Marzemino d’Isera 2012 Vivallis
Trentino Vino Santo 2001 Cantina Toblino
Trentino Vino Santo 2002 Francesco Poli
Trento Brut Giulio Ferrari Riserva Del Fondatore 2004 Ferrari - Tastevin
Trento Brut Madame Martis Rare Vintage Riserva 2004 Maso Martis
Trento Brut Riserva Del Fondatore 976 2004 Letrari
Trento Extra Brut Riserva 2005 Pisoni
Alto Adige
Alto Adige Bianco Freienfeld 2012 Cantina Di Cortaccia – Kurtatsch
Alto Adige Brut Comitissa Riserva 2009 Lorenz Martini
Alto Adige Cabernet Sauvignon Castel Ringberg Riserva 2009 Elena Walch
Alto Adige Chardonnay Linticlarus 2011 Tiefenbrunner
Alto Adige Gewürztraminer Auratus Crescendo 2013 Ritterhof
Alto Adige Gewürztraminer Vendemmia Tardiva Roen 2012 Cantina Di Termeno – Tramin
Alto Adige Lagrein Grieser Prestige Line Riserva 2012 Cantina Di Bolzano
Alto Adige Lagrein Tor Di Lupo Riserva 2011 Cantina Di Andriano
Alto Adige Merlot Cabernet Anticus Baron Salvadori Riserva 2011 Cantina Nals Margreid
Alto Adige Merlot Mmxi 2011 Tenuta Alois Lageder
Alto Adige Pinot Nero Trattmann Mazon Riserva 2011 Cantina Girlan
Alto Adige Sauvignon Sanct Valentin 2013 Cantina San Michele Appiano
Alto Adige Terlano Pinot Bianco Rarità 2002 Cantina Di Terlano – Tastevin
Alto Adige Terlano Sauvignon Quarz 2012 Cantina Di Terlano
Alto Adige Val Venosta Riesling Windbichel 2012 Castel Juval Unterortl
Alto Adige Valle Isarco Riesling 2012 Tenuta Köfererhof
Friuli Venezia Giulia
Arbis Blanc 2012 Borgo San Daniele
Bianco Breg Anfora 2007 Gravner
Braide Alte 2012 Livon
Capo Martino 2012 Jermann
Capobranko 2013 Branko
Chardonnay La Bora Di Kante 2006 Kante – Tastevin
Colli Orientali Del Friuli Picolit 2012 Aquila Del Torre
Colli Orientali Del Friuli Picolit 2009 Livio Felluga
Colli Orientali Del Friuli Picolit 2010 Sara & Sara
Collio Bianco 2013 Edi Keber
Collio Bianco Broy 2013 Collavini
Collio Bianco Col Disore 2011 Russiz Superiore
Collio Bianco Ronco Della Chiesa 2011 Borgo Del Tiglio
Collio Bianco Vigne 2013 Zuani
Collio Blanc Di Blanchis 2013 Ronco Blanchis
Collio Friulano 2013 Colle Duga
Collio Friulano 2013 Schiopetto
Collio Friulano 2013 Toros
Collio Friulano Vigna Del Rolat 2013 Raccaro
Collio Malvasia Selezione 2011 Borgo Del Tiglio
Collio Pinot Bianco 2013 Castello Di Spessa
Collio Pinot Bianco 2013 Doro Princic
Collio Pinot Bianco Degli Ulivi 2012 Aldo Polencic
Collio Pinot Grigio 2013 Castello Di Spessa
Collio Pinot Grigio 2013 Toros
Collio Sauvignon Bleu 2011 Villa Russiz
Dut’un 2011 Vie Di Romans – Tastevin
Friuli Colli Orientali Bianco Pomédes 2012 Scubla
Friuli Colli Orientali Friulano Vigneto Storico 2013 Gigante
Friuli Colli Orientali Merlot Buri 2009 Miani
Friuli Colli Orientali Merlot Vigne Cinquant’anni 2011 Le Vigne Di Zamò
Friuli Colli Orientali Refosco Dal Peduncolo Rosso Ronco Del Balbo 2011 Petrucco
Friuli Colli Orientali Sacrisassi Rosso 2012 Le Due Terre
Friuli Colli Orientali Sauvignon Zuc Di Volpe 2013 Volpe Pasini
Friuli Colli Orientali Verduzzo Friulano Passito Cràtis 2011 Scubla
Friuli Isonzo Bianco Latimis 2013 Ronco Del Gelso
Friuli Isonzo Pinot Grigio Gris 2012 Lis Neris
Friuli Isonzo Rive Alte Sauvignon Vieris 2012 Vie Di Romans
Lis 2011 Lis Neris
Ograde 2012 Skerk
Pinot Bianco 2012 Roncús
Ribolla Gialla 2010 Podversic
Rosazzo Terre Alte 2012 Livio Felluga
Liguria
Colli Di Luni Vermentino Boboli 2012 Giacomelli
Riviera Ligure Di Ponente Pigato Bon In Da Bon 2013 Bio Vio
Rossese Di Dolceacqua Bricco Arcagna 2012 Terre Bianche
Rossese Di Dolceacqua Superiore Posaú 2012 Maccario Dringenberg - Tastevin
Rossese Di Dolceacqua Testalonga 2012 Antonio Perrino
Underwood 2011 Walter De Battè
Emilia
Colli Piacentini Cabernet Sauvignon Luna Selvatica 2012 La Tosa
Neroduva 2010 Storchi
Otello Nero Di Lambrusco 1813 2013 Ceci – Tastevin
Romagna
Albana Di Romagna Passito Arrocco 2010 Fattoria Zerbina
Romagna Albana Passito Domus Aurea 2012 Ferrucci
Romagna Albana Secco Codronchio 2012 Fattoria Monticino Rosso – Tastevin
Romagna Sangiovese Modigliana Redinoce Riserva 2011 Balìa Di Zola
Romagna Sangiovese Superiore Cuvée Palazza Riserva 2011 Drei Donà Tenuta La Palazza
Romagna Sangiovese Superiore Pietramora Riserva 2011 Fattoria Zerbina
Romagna Sangiovese Vigna Del Generale Riserva 2011 Fattoria Nicolucci
Terra! 2013 Villa Papiano
Toscana
Alessandro Del Borro 2011 Il Borro
Bolgheri Rosso Camarcanda 2011 Ca’ Marcanda
Bolgheri Sassicaia 2011 Tenuta San Guido
Bolgheri Superiore Campo Al Fico 2011 I Luoghi
Bolgheri Superiore Grattamacco 2011 Grattamacco
Bolgheri Superiore Ornellaia 2011 Tenuta Dell’ornellaia
Bolgheri Superiore Sapaio 2011 Podere Sapaio
Brunello Di Montalcino 2009 Capanna
Brunello Di Montalcino 2009 Le Potazzine
Brunello Di Montalcino 2009 Poggio Di Sotto
Brunello Di Montalcino 2009 Salvioni – La Cerbaiola
Brunello Di Montalcino 2009 Tenuta Il Poggione
Brunello Di Montalcino Cerretalto 2008 Casanova Di Neri
Brunello Di Montalcino Phenomena Riserva 2008 Sesti
Brunello Di Montalcino Poggio Alle Mura Riserva 2008 Castello Banfi
Brunello Di Montalcino Riserva 2008 Cupano
Brunello Di Montalcino Riserva 2008 Poggio Di Sotto
Brunello Di Montalcino Tenuta Greppo 2009 Biondi Santi
Brunello Di Montalcino Tenuta Greppo Riserva 2008 Biondi Santi
Brunello Di Montalcino Ugolaia 2008 Lisini
Brunello Di Montalcino Vigna Loreto 2009 Mastrojanni
Brunello Di Montalcino Vigna Soccorso Riserva 2008 Tiezzi
Cabernet Franc 2011 Vignamaggio
Caiarossa 2011 Caiarossa
Camalaione 2009 Le Cinciole
Camartina 2011 Querciabella
Case Basse Soldera 2006 Case Basse Soldera
Castello Del Terriccio 2009 Castello Del Terriccio
Cepparello 2011 Isole e Olena
Chardonnay 2011 Monteverro
Chianti Classico Baron’ugo Riserva 2010 Monteraponi
Chianti Classico Borro Del Diavolo Riserva 2010 Ormanni
Chianti Classico Castello Di Brolio 2011 Barone Ricasoli
Chianti Classico Colonia Riserva 2007 Fèlsina
Chianti Classico Coltassala Riserva 2010 Castello Di Volpaia
Chianti Classico Gran Selezione 2010 Tenuta Di Lilliano
Chianti Classico Gran Selezione Castello Di Ama San Lorenzo 2010 Castello Di Ama
Chianti Classico Ser Lapo Riserva Privata Riserva 2009 Castello Di Fonterutoli
Chianti Classico Vigna Del Sorbo Riserva 2011 Fontodi
Chianti Rufina Vigneto Bucerchiale Riserva 2011 Fattoria Selvapiana - Tastevin
Cortona Syrah 2011 Stefano Amerighi
Cortona Syrah Il Bosco 2010 Tenimenti D’alessandro
D’alceo 2010 Castello Dei Rampolla
Do Ut Des 2011 Fattoria Carpineta Fontalpino
Duemani 2011 Duemani
Filare 18 2012 Casadei
Flaccianello Della Pieve 2011 Fontodi
Foglio 38 2011 Fornacelle
Francesca Romana 2010 Terenzi
Galatrona 2011 Petrolo
Giorgio Bartholomäus 2011 Tenuta Argentiera
Gratius 2009 Il Molino Di Grace
I Balzini White Label 2011 I Balzini
I Renai 2009 Sangervasio
I Sodi Di San Niccolò 2010 Castellare Di Castellina
Il Blu 2011 Brancaia
Il Borgo Tenute Del Cabreo 2011 Tenute Folonari
Il Caberlot 2011 Il Carnasciale
Il Carbonaione 2011 Podere Poggio Scalette
Il Pareto Tenuta Di Nozzole 2011 Tenute Folonari
Le Pergole Torte 2011 Montevertine
Lupicaia 2010 Castello Del Terriccio
Maremma Toscana San Lorenzo 2011 Sassotondo
Masseto 2011 Tenuta Dell’ornellaia
Messorio 2011 Le Macchiole
Monteverro 2011 Monteverro
Montevertine 2011 Montevertine
Mormoreto Castello Di Nipozzano 2011 Marchesi De’ Frescobaldi
Nectar Dei 2011 Nittardi
Oreno 2011 Tenuta Sette Ponti
Paleo Rosso 2011 Le Macchiole
Pèoro Di Ganza 2009 Vitivinicultore G. Fuso Carmignani
Pinot Nero 2011 Baracchi
Podere Della Civettaja 2011 Podere Della Civettaja
Poggio De’ Colli 2012 Piaggia
Rosso Di Montalcino 2012 Ciacci Piccolomini D’aragona
Saffredi 2011 Fattoria Le Pupille
Solaia 2011 Marchesi Antinori
Suisassi 2011 Duemani
Tenuta Belguardo 2011 Tenuta Belguardo
Tenuta Di Trinoro 2012 Tenuta Di Trinoro
Tignanello 2011 Marchesi Antinori
Val Di Cornia Cabernet Sauvignon Okenio 2009 Terradonnà
Vin Santo Del Chianti Occhio Di Pernice 2007 Tenuta Vitereta – Tastevin
Vin Santo Del Chianti Rufina Cardinal De Retz Riserva 2003 Marchesi Gondi
Vin Santo Di Carmignano Riserva 2007 Capezzana
Vino Nobile Di Montepulciano Antica Chiusina 2009 Fattoria Del Cerro
Vino Nobile Di Montepulciano Asinone 2011 Poliziano
Vino Nobile Di Montepulciano Nocio Dei Boscarelli 2010 Boscarelli
Vino Nobile Di Montepulciano Quercetonda 2010 Le Casalte
Umbria
Cervaro Della Sala 2012 Castello Della Sala
Marciliano 2011 Falesco
Montefalco Sagrantino 25 Anni 2010 Arnaldo Caprai
Montefalco Sagrantino Campo Alla Cerqua 2010 Tabarrini
Montefalco Sagrantino Collenottolo 2010 Tenuta Bellafonte
Orvieto Classico Superiore Campo Del Guardiano 2012 Palazzone – Tastevin
Orvieto Classico Superiore Luigi E Giovanna 2011 Barberani
Torgiano Rosso Rubesco Vigna Monticchio Riserva 2009 Lungarotti
Villa Fidelia Rosso 2012 Sportoletti
Vinsanto 2009 La Palazzola
Marche
Castelli Di Jesi Verdicchio Classico Il Cantico Della Figura Riserva 2011 Andrea Felici
Castelli Di Jesi Verdicchio Classico Riserva 2011 Mancini
Castelli Di Jesi Verdicchio Classico Serra Fiorese Riserva 2009 Garofoli
Castelli Di Jesi Verdicchio Classico Villa Bucci Riserva 2012 Bucci – Tastevin
Conero Cumaro Riserva 2010 Umani Ronchi
Esino Rosso Pieralisi For Friends 2009 Monte Schiavo
Il Pollenza 2011 Il Pollenza
Kupra 2011 Oasi Degli Angeli
Lacrima Di Morro D’alba Passito 2011 Conti Di Buscareto
Lacrima Di Morro D’alba Superiore Del Pozzo Buono 2012 Vicari
Mossone 2011 Santa Barbara
Rebel! 2012 Veneranda Vite
Verdicchio Dei Castelli Di Jesi Classico Superiore Balciana 2012 Sartarelli
Verdicchio Di Matelica Mirum Riserva 2012 Fattoria La Monacesca
Lazio
Biancolella Di Ponza 2013 Antiche Cantine Migliaccio
Cesanese Di Olevano Romano Cirsium Riserva 2010 Damiano Ciolli – Tastevin
Frascati Superiore Primo 2013 Merumalia
Habemus 2012 San Giovenale
Latour a Civitella 2011 Sergio Mottura
Montecompatri Superiore Virtù Romane 2013 Tenuta Le Quinte
Muffo 2011 Sergio Mottura
Rosso Arcaico 2013 Andrea Occhipinti
Abruzzo
Cerasuolo D’abruzzo Piè Delle Vigne 2012 Cataldi Madonna
Montepulciano D’abruzzo 2010 Emidio Pepe
Montepulciano D’abruzzo Colline Teramane Notàri 2011 Nicodemi
Montepulciano D’abruzzo Dante Marramiero 2003 Marramiero
Montepulciano D’abruzzo Don Bosco Riserva 2010 Nestore Bosco
Montepulciano D’abruzzo I Vasari 2011 Barba – Tastevin
Montepulciano D’abruzzo Mazzamurello 2011 Torre Dei Beati
Montepulciano D’abruzzo San Calisto 2011 Valle Reale
Montepulciano D’abruzzo Spelt 2010 La Valentina
Montepulciano D’abruzzo Villa Gemma 2008 Masciarelli
Trebbiano D’abruzzo 2010 Valentini
Tullum Pecorino Biologico 2013 Feudo Antico
Molise
Tintilia Del Molise Embratur Riserva 2007 Cantina Valtappino – Tastevin
Campania
Aglianico Del Taburno Terra Di Rivolta Riserva 2011 Fattoria La Rivolta
Cilento Fiano Pietraincatenata 2012 Luigi Maffini
Costa D’amalfi Furore Bianco Fiorduva 2013 Marisa Cuomo
Fiano Di Avellino 2012 Ciro Picariello
Fiano Di Avellino Pietracalda 2013 Feudi Di San Gregorio
Fiano Di Avellino Ventidue 2012 Villa Raiano
Greco Di Tufo Giallo D’arles 2012 Quintodecimo
Greco Di Tufo Vigna Cicogna 2013 Benito Ferrara
Ischia Biancolella Frassitelli 2013 Casa D’ambra – Tastevin
Montevetrano 2012 Montevetrano
Sabbie Di Sopra Il Bosco 2012 Nanni Copé
Taurasi Antonio Radici Riserva 2008 Mastroberardino
Taurasi Poliphemo 2010 Luigi Tecce
Terra Di Lavoro 2012 Galardi
Puglia
Gioia Del Colle Primitivo 17 2011 Polvanera
Graticciaia 2010 Agricole Vallone
Jèma 2012 L’astore Masseria
Le Braci 2007 Severino Garofano
Patriglione 2009 Taurino
Primitivo Di Manduria Dolce Naturale 2011 Attanasio
Primitivo Di Manduria Dolce Naturale Es Più Sole 2012 Gianfranco Fino
Primitivo Di Manduria Es 2012 Gianfranco Fino – Tastevin
Basilicata
Aglianico Del Vulture Basilisco 2011 Basilisco – Tastevin
Aglianico Del Vulture Don Anselmo 2010 Paternoster
Aglianico Del Vulture Titolo 2012 Elena Fucci
L’autentica 2012 Cantine Del Notaio
Calabria
Cirò Rosso Classico Superiore Aris 2011 Arcuri – Tastevin
Collimarini 2013 Poderi Marini
Magliocco 2010 Lento
Magno Megonio 2012 Librandi
Mantonico 2008 Ceratti
Moscato Passito Di Saracena 2013 Viola
Sicilia
Etna Bianco Arcurìa 2012 Graci
Etna Rosso San Lorenzo 2012 Girolamo Russo
Malvasia Delle Lipari Passito 2011 Fenech
Marsala Superiore Oro Riserva 5 Anni Vigna La Miccia L. Vm 20/13/1 Marco De Bartoli
Marsala Superiore Semisecco Ambra Donna Franca Riserva Florio
Menfi Cabernet Sauvignon La Vota 2012 Cantine Barbera
Omnis 2012 Funaro
Passito Di Pantelleria 2013 Solidea
Passito Di Pantelleria Ben Ryé 2012 Donnafugata
Passito Di Pantelleria Bukkuram Sole D’agosto 2012 Marco De Bartoli – Tastevin
Profumo Di Vulcano 2011 Federico Graziani
Sicilia Nero D’avola Lu Patri 2012 Baglio Del Cristo Di Campobello
Sicilia Syrah Kaid 2012 Alessandro Di Camporeale
Zibibbo 2012 Barraco
Sardegna
Alghero Passito Monteluce 2011 Sella & Mosca
Carignano del Sulcis Passito Forterosso 2012 Mesa
Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2010 Cantina Santadi
Malvasia di Bosa Riserva 2010 Giovanni Battista Columbu – Tastevin
Soberanu 2012 Giovanni Cherchi
Turriga 2010 Argiolas
Vermentino di Gallura Superiore Genesi 2012 Cantina Gallura
Vernaccia di Oristano Riserva 1990 Attilio Contini

Les Champagnes Bio a Roma: piccolo report e consigli per gli acqusti

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Les Champagnes Bio a Roma, manifestazioneo organizzata dall’Associazione Champagnes Biologiques (ACB) in collaborazione con la guida Le migliori 99 maison di champagne è stato un bellissimo esempio di come si possono allestire grandi degustazioni in un clima sereno e conviviale nonostante un parterre de rois composto da giornalisti e addetti ai lavori.
Tanti i produttori presenti personalmente alla kermesse che ha potuto contare su nomi come Robert Barbichon & Fils, Jacques Beaufort, Françoise Bedel & Fils, Vincent Bliard, Vincent Couche, Marie Courtin, Demarne-Frison, Pascal Doquet, Fleury Pèere & Fils, Benoit Lahaye, Georges Laval, David Léclapart, Leclerc Briant, Franck Pascal, Yves Ruffin e Vouette et Sorbée.


Difficile dire quali siano stati gli assaggi migliori della giornata perché la qualità media era talmente alta che, sul pratico carnet di degustazione fornitoci dall'organizzazione, penso di aver segnato il 99% degli champagne proposti e così, per non sfornare una "lenzuolata" di nomi, ho deciso, per ogni produttore, di menzionare su Percorsi di Vino solo le eccellenze assolute.

Robert Barbichon & Fils - Blanc de Noirs (100% pinot nero): sapido con tratti quasi salmastri si esprime in bocca con intriganti note di nocciola tostata e pain grillé. L'azienda coltiva 9 ettari nell'Aube e ha le vigne, dal 2012, certificate in agricoltura biodinamica.

Jacques Beaufort - Polisy millésime 2009 (80% pinot nero, 20% chardonnay): lo champagne è un ragazzino un pò bullo e con i brufoli che mostra solo durezza ed arroganza minerale. Appagante il sorso e la sua persistenza finale che va avanti per minuti. Inutile stare a spiegare chi è Jacques Beaufort....


Françoise Bedel & Fils - L'Ame de la Terre Millésime 2003 (pinot meunier 67%, pinot nero 17%, chardonnay 16%): Françoise è una vignaiola di personalità che interpreta il pinot meunier in maniera magistrale. Questa Cuvée incanta con le sue notè di cereali, mela, pesca bianca e pungente mineralità. Bocca di grande struttura e vibrante acidità.

Vincent Bliard - Cuvée Grand Reserve Brut (pinot meunier, pinot nero, chardonnay): i simpaticissimi proprietari, ai quali consiglio di aggiornare le foto personali del loro sito internet, danno vita ad una gamma di champagne elevati in legno rispettando tutto il tempo necessario per sfornare prodotti di grande qualità. Questa cuvée è ricca e di impatto e i sensi fatto fatica a scordare la lunga persistenza del vino.


Vincent Couche - Chloé Extra Brut (pinot nero 66%, chardonnay 34%): con 13 ettari di vigne in biodinamica situati nell'Aube, Vincent mi ha conquistato con questo vino generoso, quasi materno nelle sue rotondità e nei suoi tratti maturi.


Marie Courtin - Concordance (pinot nero 100%): avendo avuto il volo cancellato all'ultimo non abbiamo potuto godere delle parole di questa piccola produttrice che ha 2 ettari di vigne, certificate Demeter, a Polisot. Elegante con i suoi sentori di spezie e fiori bianchi, ha nel tratto sapido-minerale il suo cavallo di battaglia. Non si aggiunge zolfo nè in fase di vinificazione nè in fase di imbottigliamento.


Demarne - Frison -  Goustan 2011(pinot nero 100%): prendi un mix aromatico composto dai pepe bianco, mela e frutta secca, aggiungi un pizzico di spinta e determinazione, ed ecco comparire questo champagne non dosé dalla beva quasi assassina.


Pascal Doquet - Rosé (pinot nero 67%, chardonnay 33%): difficilmente amo gli champagne rosé ma questo è davvero pazzesco per pulizia, freschezza e mineralità. Pascal Doquet, attualmente, può contare su circa 9 ettari di vigna, in agricoltura biologica situata nei dintorni di Vertus.


Fleury Pèere & Fils - Sonate N°9 Extra Brut (100% pinot nero): naso di grande complessità che spazia dai sentori di grano e orzo agli aromi di spezie orientali e frutta gialla. Sorso dinamico, palpitante di sapidità e freschezza. Lunghissima la persistenza. Fleury è uno dei miei produttori del cuore ed è stato difficilissimo scegliere solo un vino...


Benoit Lahaye - Violaine (50% chardonnay, 50% pinot nero): come scritto nel taccuino di degustazione, questo vino, causa enormi difficoltà di produzione, è merce rara in Champagne ma, nonostante questo, Benoit Lahaye non si tira indietro e, amando le sfide, riesce a dar vita ad uno champagne di grandissima personalità e beva la cui sferzata minerale è musica per le mie....papille gustative....


Georges Laval - Cumières 1er cru Brut Nature (50% chardonnay, 35% pinot nero, 15% pinot meunier):  la postazione, durante tutta la manifestazione, è stata perennemente presa d'assalto e Laval, di tutta risposta, ha ringraziato gli appassionati organizzando una sorta di comizio dove costantemente ripeteva a gran voce, come un attore sul palco di un teatro, la sua filosofia di produzione. Questa cuvée la adoro da sempre per la sua sfacciata eleganza e per il suo finale di grande equilibrio e mineralità.


David Léclapart - L'Apôtre (100% chardonnay): come Laval, anche Léclapart ha avuto un grande successo a Roma e, vi assicuro, arrivare a parlare con lui non era molto facile. La pazienza è stata ampiamente ripagata dalla gamma dei suoi champagne molto personali tra i quali segnalo questo "apostolo" dalle spalle larghe e dal fine tocco fruttato ed erbaceo. Deve ancora smaltire forse ancora un pò di legno ma la sua energia e la sua purezza lo rendono un cavallo di razza che non smetterà di correre per decenni.


Leclerc Briant - Chevres Pierreuses (40% pinot nero, 40% chardonnay, 20% pinot meunier): le capre rocciose, nessun altro nome poteva descrivere meglio il terroir da dove arriva questo champagne che sembra sgorgare direttamente dalla roccia. Non per tutti.


Franck Pascal - Harmonie 2009 (50% pinot nero, 50% pinot meunier): cesellato nel suo equilibrio composto da sferzante acidità che si contrappone ad una morbidezza fruttata e tostata che rende la beva piacevolissima e scorrevole.Franck è giovane e ha ungrande futuro davanti a sé!


Yves Ruffin - Cuvée précieuse 2008 (75% chardonnay, 25% pinot nero): ho avuto serie difficoltà a selezionare solo un vino di questa giovane produttrice che sta portando avanti la tradizione di questa azienda famigliare dopo che suo marito, Thierry Ruffin, è prematuramente scomparso. Questa cuvée è decisamente complessa nel ventaglio aromatico che va dalla frutta gialla al gesso fino ad arrivare alle erbe di campo e le speize. Bocca giovane, tesa, testarda e di grande fascino. Ottimo anche il rapporto q/p!!


Vouette et Sorbée.- Fidèle (100% pinot nero): l'ho lasciato per ultimo ma il Fidèle rappresenta il vero coup de coeur di tutta la manifestazione. Motivo? Non trovo altro champagne che leghi meglio il concetto di struttura del pinot nero con quello di fredda austerità calcarea. Da comprare a casse!


Termino questo piccolo report con la speranza che questo sia il primo di una lunga serie di eventi sullo Champagne organizzati dal team della guida "Le migliori 99 maison di champagne". La cultura del vino ringrazierebbe...

Metti un pomeriggio tra i Tre Bicchieri del Gambero Rosso

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Quest'anno la presentazione della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso è stata presentata allo Sheraton Rome Hotel and Conference Center dove, al'interno di una unica sala, era possibile degustare tutti i 423 vini che hanno conseguito i fatidici Tre Bicchieri all'interno dei quali svettava il Barolo che in questa edizione vantava ben 23 riconoscimenti portando così il Piemonte in testa tra le Regioni più premiate.

Ovviamente, non potendoli degustare tutti, ho cercato di scremare la mia "lista dei preferiti" iniziando proprio dal nebbiolo piemontese per poi, man mano, spostarmi fino al sud Italia e le isole.

Riporto, in basso, le mie note di degustazione relativamente ai vini che mi hanno maggiormente colpito.

Barolo Le Rocche del Falletto Ris. 2008 Bruno Giacosa: ho iniziato con questo gioiello perchè avevo la sana paura che dopo pochissimo sarebbe finito. Paure che sono svanite appena messo il naso nel bicchiere e dopo aver bevuto questo nebbiolo. Difficile dare giudizi oggettivi perchè l'emozione può giocare brutti scherzi. Se vi dico che è un vino che sa di luce ed infinito mi prendete per pazzo?


Barolo Monvigliero 2010 – G. B. Burlotto: una esplosione di fruttini e fiori rossi che può conquistare anche i palati meno esigenti

Barolo Cannubi 2010 – Marchesi di Barolo: tra il floreale ed il minerale. Giovanissimo, deve integrarsi per poter dare il meglio di sé.

Barolo Cannubi 2010 – E. Pira & Figli-Chiara Boschis: quando la menta è applicata al nebbiolo. Da bere in caso di raffreddore o di voglia di grande Barolo.

Barolo Vigna Rionda Riserva 2008 – Massolino: bevendolo mi è apparso Ron che cantava "Vorrei incontrarti fra cent'anni". Grande carattere comunque!

Barolo Ginestra 2010 – Paolo Conterno: l'ennesima riprova che la 2010 è una grandissima annata e, come in questo caso, ha dato vita a Barolo ottimi ora e grandissimi in divenire.

Barbaresco Rabajà 2011 – Bruno Rocca: tra un agrume e un soffio di sale si conferma il solito, grandissimo, Rabajà, un Cru che non delude mai.

Barbaresco Rabajà 2011 – Giuseppe Cortese: potenza e raffinatezza allo stato puro. 


Bramaterra 2010 – Odilio Antoniotti: non conoscevo il produttore ma, appena mi ha detto che la sera doveva partire perchè il suo vino l'aspettava in cantina, ho cominciato ad amarlo. Il suo Bramaterra, piccola DOC dell'Alto Piemonte, è un piccolo gioiello, puro e sincero come i suoi occhi da vignaiolo.

Roero Mombeltramo Riserva 2010 – Malvirà: vino cristallino e di grande raffinatezza. Stefania, che ha fatto da sommelier al produttore, durante tutto l'evento ne ha aperto solo una bottiglia. Non lo voleva nessuno sto vino e da questo presupposto partirò la mia battaglia contro l'ignoranza...

Colli Tortonesi Barbera Elisa 2011 – La Colombera: si è detto che Elisa Semino era una grande produttrice di Timorasso, che era la degna erede di Massa e così via. Non tutti, forse, sanno che fa anche un grandissimo Barbera che ho trovato succoso e di grande equilibrio. Brava!


Costa del Vento 2012 – Vigneti Massa: quando Walter mette in campo vini di questo tipo non ce ne è per nessuno, o quasi, in Italia. Il miglior bianco bevuto durante la manifestazione e uno dei migliori Costa del Vento di sempre.


Valtellina Superiore Sassella Stella Retica Riserva 2010 – Ar.Pe.Pe: non c'è il Rocce Rosse ma questa Stella Retica non è da meno brillando di luce propria. Non è una licenza poetica, è proprio un vino che riluce come le stelle che compongono il cielo terso della Valtellina.


Dolceacqua Galeae 2013 – Ka’ Mancinéesuberante, intenso e brioso. Dal Cru più caldo dell'azienda un vino creato ad immagine e somiglianza del vignaiolo.

Dolceacqua Bricco Arcagna 2012 – Terre Bianche: altro vino "specchio" del produttore. Riflessivo, equilibrato e mentale. Prontissimo oggi.

Bolgheri Sassicaia 2011 – Tenuta San Guido: setoso, cesellato e prontissimo. Una grande versione per un vino a cui fare solo applausi.


Brunello di Montalcino 2009 – Casanova di Neri: è buono davvero e già questa è una notizia.

Chianti Classico 2011 – Val delle Corti: un grande Chianti Classico, una delle bandiere di Radda e del vino italiano. Sono di parte, lo so.

Vernaccia di S. Gimignano Albereta Riserva 2011 – Il Colombaio di Santa Chiara: i fratelli Logi, anno dopo anno, stanno diventando sempre più bravi e ormai la loro Vernaccia è un punto di riferimento per tutta la denominazione.

Offida Pecorino Artemisia 2013 – Tenuta Spinelli: attenzione è un pecorino dalla sferzante mineralità. attenzione è un pecorino dalla sferzante mineralità. attenzione è un pecorino dalla sferzante mineralità. attenzione è un pecorino dalla sferzante mineralità

TUTTA LA BATTERIA DEI VERDICCHI, NESSUNO ESCLUSO

Orvieto Classico Superiore Luigi e Giovanna Villa Monticelli 2011 – Barberani: il discorso fatto per il fratelli Logi di S. Gimignano vale in tutto e per tutto con i fratelli Barberani che col loro Luigi e Giovanna puntano in alto, molto in alto. Grande prova per un vino che darà soddisfazioni tra almeno dieci anni.

Cesanese del Piglio Superiore Hernicus 2012 – Coletti Conti: la rivincita dei numeri due. Era ora che si premiasse questo vino che nel corso degli anni ha sempre avuto una qualita (alta) costante.

Grechetto Latour a Civitella 2011 – Mottura: sapidità e struttura per un grande vino del Lazio che ritorna in guida.

Fiano di Avellino 2012 – Rocca del Principe: Ercole Zarrella sta diventando sempre più bravo e con questo Fiano ha raggiunto una maturità davvero invidiabile. Giovanissimo ma già ottimo. 

Fiano di Avellino 2013 – Pietracupa: la personalità inserita all'interno di un bicchiere di Fiano.

Sannio Falanghina Fois 2013 – Cautiero: la principale sorpresa campana ha il viso di questo giovane produttore che, zitto zitto, ha dato vita ad una Falanghina dai tratti minerali che è ben lontana dai sapori anni '90....


Taurasi Riserva 2006 – Perillo: uno dei produttori e dei vini più sottovalutati di Italia. Se ne parla poco dei suoi grandissimi Taurasi. Troppo poco....

Primitivo di Manduria Es 2012 – Fino: il mio Primitivo di Manduria

Aglianico del Vulture Titolo 2012 – Fucci: Elena non sbaglia un colpo e, anno dopo anno, dalle sue vecchie vigne tira fuori sempre il meglio del Vulture.

Cannonau di Sardegna Barrosu Franzisca Riserva 2011 – Montisci: lontano da certi eccessi, non può che rappresentare il perfetto binomio tra vitigno e territorio. Per molti il miglior assaggio della manifestazione.


Vermentino di Gallura Superiore Sienda 2013 – Mura: un vermentino che profuma di sole e mare.





Vignaioli di Langa e Piemonte a Roma. Evento imperdibile!

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Pochi giorni e avrà inizio il tanto attesoappuntamento romano con Vignaioli di Langa e Piemonte, la quarta edizione dell’imperdibileevento di Tiziana Gallo, che avrà luogo il 15 e il 16 novembre al The Westin Excelsior Rome.
Il successo degli scorsi anni non può che richiamare centinaia di visitatori, che avranno modo di assaggiare i vini dei più grandi produttori provenienti non soltanto dalle Langhe, zona da poco diventata Patrimonio Unesco, ma da tutto il Piemonte, una delle regioni al mondo con la più grande varietà e qualità di vini e vitigni.


La stessa Tiziana Gallo ci descrivele novità che ci aspettano: “La degustazione di quest’anno offrirà ai banchi di assaggio un’ampia gamma di vini: oltre alle varie “declinazioni” del Nebbiolo, troverete diverse tipologie di Dolcetto, di Croatina, di Freisa, di Barbera e, per non farci mancare niente, anche del Pinot Nero.
Al termine della degustazione non vi sarà alcun dubbio che il Piemonte non offre solo ottimi vini rossi, ma degli eccellenti bianchi da uve autoctone come il Cortese, il Timorasso, l’Erbaluce, la Favorita e l’Arneis, fino all’irresistibile Moscato“.
Ai banchi di assaggio saranno presenti 35 produttori provenienti dalle Langhe, dal Nord del Piemonte, dal Monferrato e dai Colli Tortonesi, che verseranno e spiegheranno i loro vini, cercando di trasmettere tutta la passione contenuta all’interno di una bottiglia.

L’appuntamento è presso il prestigioso The Westin Excelsior Rome, in Via Veneto 125 e gli orari saranno sabato 15 novembre dalle 12.30 alle 19.30 e domenica 16 novembre dalle 12 alle 20.
Per tutti gli appassionati di vino Vignaioli di Langa e Piemonte sarà un’occasione unica di assaggiare, in tante tipologie diverse, l’eccellenza dei vini piemontesi.

Per informazioni:
Tiziana Gallo – 338/8549619

Pino Ratto ci ha lasciati...

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E' morto Pino Ratto, un grande uomo e un grande produttore di Dolcetto di Ovada. Non ho mai avuto la fortuna di conoscerlo ma le parole di Mario Soldati (Vino al Vino, Terzo viaggio, Autunno) descrivono perfettamente lo spessore di questo uomo che ci mancherà.

Foto:http://www.sorgentedelvino.it

”Appuntamento alle dieci di mattina sulla piazza di Ovada… oggi deserta, nella mattina gelida, sotto un cielo chiuso e grigio. Eppure, scendendo dalla macchina, affacciandomi al parapetto dell’antico guado, e guardando verso i ripidi bricchi coperti da boschi e da vigneti che s’indovinano al di là, nella nebbia bassa, provo uno straordinario senso di sollievo, una giuliva certezza di ritrovare un’atmosfera aspra, montana, povera, indenne dagli eccessi consumistici. Capisco però che mi è difficile comunicare al lettore questa impressione, e il motivo è semplice: riferendo del mio lungo gironzolare tra Asti e Alba, ho evitato quasi sempre di affrontare direttamente i luoghi, le aziende, i personaggi di quegli eccessi: ne ho parlato solo per incidenza e per astratto, e mi sono sforzato di scegliere i miei incontri e di concentrare il mio interesse appunto nelle eccezioni artigianali o addirittura artistiche…Ho taciuto del peggio, di tutto il peggio che mi aggrediva da ogni parte: e non posso dunque comunicare al lettore il mio sobbalzo di gioia quando sulla piazza di Ovada vidi saltare fuori da una rossa Dyane, agile come un gatto, e corrermi incontro vispo come un folletto, il dottore in farmacia Giuseppe Ratto. Lavora solo ventiquattr’ore la settimana, ma tutte di filato, senza interruzione, e tutte nel più allegro posto di lavoro del mondo: la farmacia Pescetto, aperta giorno e notte, in piazza Acquaverde, davanti
alla Stazione di Principe. Dirò allora di lui che, capovolgendo i segni, copia l’algebra dal Padre Eterno perché il settimo giorno lavora e si riposa gli altri sei? Riposa, però occupandosi appassionatamente del suo vino.

Partiamo subito. Ci dirigiamo, neanche lo avessi sentito, proprio verso quei ripidi bricchi sottolineati da cirri nebbiosi al di là dall’Orba, a San Lorenzo: dove Ratto, coi risparmi di tutta la vita non ancora lunga, ha comprato due vecchie cascine coi loro terreni, gli Scarsi e le Olive: “Scarsi” perché sono insediamenti sparsi nell’impervio pendio, “Olive” perché tra le vigne ci sono anche degli uliveti… Fascino della collina ormai spoglia e fasciata di nebbia. 
Silenzio profondo che rari, brevi, quasi intimoriti versi di uccelli fanno sentire ancora di più. Pace…

Attraversiamo le Olive, che è ancora comune di Ovada, e arriviamo finalmente agli Scarsi, che è già comune di Rocca Grimalda. Pioviggina. Le vigne sono piantate ancora alla Monferrina, uno dei più antichi sistemi: alberelli sostenuti da palo morto, e in fila, ma non collegati. Ciascun alberello è potato in modo che butta solo tralcio sullo sperone, e ciascun tralcio porta al massimo sette gemme: sistema Guyot semplice e corto. Vigne vecchie: ma Tatto le ripiante e le rinnova man mano, con regolare selezione di innesti e porta-innesti. La piegatura non avviene, come di solito, nel senso del filare, ma ortogonalmente al
filare…
Entriamo nella cascina, che Ratto ha restaurato. A parte l’aggiunta di una cantina spaziosa e razionale, l’esterno però è intatto. E l’interno è trasformato in un’abitazione moderna, fornita di tutti i confort, ma assolutamente non offensiva…Ratto dice che il vitigno da lui impiegato è una varietà a peduncolo rosso detto “zampa di pernice” perché ricorda la zampa della pernice rossa.

In cantina dalle botti, e poi da bottiglie e bottiglioni nella grande cucina al pianterreno della casa, assaggiamo due qualità: una del ’74, superiore, a 13 gradi; l’altra del ’75, comune, a 11 gradi. Non ha veramente nulla dei Dolcetto delle Langhe. Mi piace moltissimo, lo trovo un po’ duro, ma stranamente vivo e gustoso. E mentre assaggio, guardo Ratto, mi ricordo di quando l’ho conosciuto al Bibe, anni fa, e di quando l’ho rivisto col camice bianco alla farmacia: il volto pallido e magro, il ciuffo castano chiaro, i verdi occhi sfavillanti, il sorriso intelligente, i gesti nervosi e decisi, la rapidissima parlata dalla erre scrocchiante: e mi chiedo se a volte un vino, prima di gustarlo, non lo si possa immaginare dalla faccia e dai discorsi della persona che lo fa. Ma altre volte, dopo averlo gustato, accade addirittura che non lo si possa più ricordare se non pensando alla persona che lo fa. Una identificazione, una immedesimazione per sempre inscindibile tra la persona e il vino, come tra alcuni artisti molto spontanei e la loro opera.”

Dietro le Case e la bellezza del tempo firmata Marilena Barbera

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Era troppo ghiotta l'occasione e, nonostante la distanza, incontrare Marilena Barbera, ospite della Fisar di Manziana, era per me quasi un atto dovuto dopo avergli dato buca per la maledetta influenza dell'anno scorso.

L'occasione era ghiotta anche perché l'evento prevedeva una interessantissima verticale, dal millesimo 2007 al 2013, di Dietro Le Case ovvero l'inzolia in purezza di Cantine Barberale cui vigne, piantate nel 1970 dal papà di Marilena, rappresentano oggi un vero e proprio patrimonio della Valle del Belice.



Dietro le Case - Inzolia Menfi DOC - 2007: iniziamo dal più "vecchio" e appena metti il naso nel bicchiere capisci subito come l'inzolia di Marilena sia una "brutta bestia" da domare, sopratutto per via di quell'elemento salino/salmastro che, come vedremo, caratterizzerà profondamente il vino. Duro e deciso anche il sorso che non si irrigidisce troppo e sfocia in un oceano di sale e mare. Benvenuto terroir!

Dietro le Case - Inzolia Menfi DOC - 2008: se la 2007 ci è sembrata dura, la 2008 possiamo dire che è maschia e anche bella cattiva a causa di un quadro aromatico estremamente complesso dove accanto al sempre presente odore di iodio e sale, si ritrovano intriganti tocchi di fiori gialli secchi, fieno e sensazioni fumè che rendono il registro olfattivo più oscuro e decisamente più enigmatico. Il sorso è come al solito sapido e la solida alleanza tra freschezza e struttura rendono la beva rilassata e di ottimo equilibrio. Mizzica che vino!



Dietro le Case - Inzolia Menfi DOC - 2009: sarà che venire dopo la 2008 è dura per tutti ma a questa inzolia, nonostante una annata fresca come la 2007, è come se mancasse qualcosa. Il registro olfattivo, infatti, è centrato come sempre sulla mineralità che questa volta sembra un pò più scarna ed essenziale rispetto ai vini precedenti che godevano di maggiore complessità. Anche al gusto, l'inzolia è sorprendentemente più fresca che sapida cosa che, certo, potrebbe anche piacermi se non fosse per una leggera scollatura che rende il tutto un pò troppo....traballante. Ecco, qualcuno mi ha appena detto che sto cercando il pelo nell'uovo....


Dietro le Case - Inzolia Menfi DOC - 2011: il santo temporale, grazie ad una 2010 terminata anche nelle segrete cantine di Marilena, ci porta al millesimo 2011 caratterizzato da importanti trasformazioni nello stile di vinificazione. Primo cambiamento: dal 2010 Marilena adotta solo fermentazioni spontanee controllate, con inoculo da Pied de Cuve di lieviti indigeni. Secondo cambiamento: in cantina si è iniziato a sperimentare la macerazione prefermentativa al fine di ricercare un maggiore equilibrio tra struttura e freschezza. Il risultato? Beh, per questo millesimo, parole della stessa Marilena, la macerazione è durata un po' troppo a lungo e ciò si vede anche da un inedito colore giallo dorato del vino. Il naso, come ovvio, risulta abbastanza seduto e marcato da note di frutta gialla matura e ginestra. Sorso rotondo, quasi masticabile ma di buona persistenza e sapidità. E' un altro vino e questo lo sa anche la nostra bella produttrice che............

Dietro le Case - Inzolia Menfi DOC - 2012: ........essendosi accorta del piccolo problema ha aggiustato il tiro ponendo in essere una macerazione di circa 36 ore. Il risultato è un Dietro Le Case molto vivo, scalpitante in giovinezza dove ritrovo un perfetto equilibrio tra la componente fruttata e la nota sapida che in precedenza era scomparsa. Sorso intrigante che fa salivare e bere, salivare e bere.....



Dietro le Case - Inzolia Menfi DOC - 2013: come i grandi vini bianchi italiani, questa annata è quasi ingiudicabile per i tratti estremi di una gioventù che lo fa rendere quasi altoatesino in certe espressioni di aromaticità e freschezza che sembra ampliata da alcuni riconoscimenti di erbe aromatiche dove l'origano e la salvia, col tempo, diventano descrittori netti e precisi. Sorso come sempre molto sapido e corroborato da una freschezza vitale e giovanile che tende a smussare un finale di mandorla amara molto piacevole. 

Il mio personale podio, pertanto, è 2008 - 2012 - 2007. 

Piccola postilla finale: i miei ringraziamenti, per l'invito, vanno alla FISAR di Manziana e, soprattutto, a Marilena Barbera che ha voluto mettere in gioco il suo Dietro Le Case senza alcuna paura ma con l'orgoglio che solo lei, e pochi altri, possono vantare in Siclia un vino di questo carattere e longevità.


Il sor Frattari della Fisar Manzian

A presto

Vignaioli di Langa e Piemonte 2014: piccolo report fotografico

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L'evento, ideato e realizzato da Tiziana Gallo, è ogni anno sempre più interessante per via di un parterre di espositori di primo piano che Percorsi di Vino non poteva perdere. Domenica, perciò, a mezzogiorno e mezza, ero pronto all'interno dell'unica sala del The Westin Excelsior Roma per capire quale fossero i vini da consigliare ai lettori del blog. 

Senza dare molte descrizioni, ecco i vino che mi sono davvero piaciuti molto:

Perchè il Riesling da quelle parti è considerato di Serie A

Perchè Cieck con l'erbaluce di Caluso ha un rapporto di amore

Perchè il Boca è una cosa seria e questo lo sanno anche i piccolissimi produttori

Perchè il Boca è storia

Perchè ha dietro un progetto giovane ed è delizioso nei suoi profumi di porfido ed erbe aromatiche

Perchè questi vini ti raccontano un bel pezzo di Alto Piemonte. Grandissima gamma!

Perchè quando il Barolo chiama non puoi prescindere da loro

Chi ha detto che il Barbaresco è il fratello piccolo del Barolo? Chi???? 

La verticale storica del Faro Bonavita dal 2006 al 2012

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Giuro, non sapevo come iniziare il post ma, scorrendo tra i tanti scatti della serata, questa foto mi è sembrata troppo emblematica per non partire da qui.


Un padre e un figlio, il primo che guarda il secondo con amore ed orgoglio perchè quel piccolo sogno, nato quasi per gioco nel 2004, è diventato realtà concretizzandosi in quelle sette bottiglie di Faro Doc che Giovanni Scarfone ha voluto personalmente aprire e coccolare assieme a suo padre Carmelo.

Da Bologna, dove si è laureato in agraria, a Faro Superiore, il passo non è certo breve soprattutto per quei pochi come lui che tornano e non scappano dalle sue radici ben piantate in quel lembo di terra a due passi dallo Stretto di Messina che accoglie vecchie e nuove vigne, circa due ettari, di Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese e Nocera abbarbicate su una collina vista mare e protetti a sud da un bosco di querce e castagni secolari che proteggono l'uva dal caldo e umido Scirocco.

La famiglia Scarfone, da generazioni, da sempre in vigna ha avuto un approccio "naturale" che, al di là di certificazioni varie, significa grande rispetto per tutto l'ambiente circostante che viene tutelato bandendo erbicidi ed insetticidi ed utilizzando solo ramo e zolfo per difendersi dalle varie malattie della vite.


Comincio a servire i vino (eh sì' mi è toccato anche questo) mentre Giovanni continua a parlare come un fiume della vinificazione del suo Faro Doc le cui uve, ci spiega, vengono fermentate in acciaio separatamente attraverso medio/lunghe macerazioni che, in qualche caso, sono durate anche 40 giorni. L'affinamento, tradizionalmente, è avvenuto in vecchie barrique e tonneaux per circa 16 mesi anche se, ci confida Givanni, dall'annata 2013 i vini provenienti dal vecchio vigneto di Contrada Bonavita avranno un passaggio in botti grandi da 30 HL. Quattro mesi di bottiglia e il vino è pronto per essere commercializzato.


Il vino è pronto nei bicchieri, si parte!

Faro Doc 2012: è un'anteprima visto che verrà commercializzata solo tra qualche mese ma, nonostante questo, sembra avere ben presente quali dovranno essere i suoi compiti futuri ovvero riempire (per ora) il naso di aromi di macchia mediterranea e spezie e convincere il palato che questo non è un vino piacione ma bensì un liquido oscuro che ama essere svelato. Quando la giovinezza cederà il passo alla maturità scopriremo anche che questa, nonostante il caldo, sarà un'annata da ricordare per il Faro di Giovanni Scarfone.

Faro Doc 2011: ex post non capisco perchè questo vino non sia stato apprezzato come doveva visto che la maggior parte dei presenti alla degustazione non lo ha messo tra i preferiti. Eppure il mio Moleskine parla di una grande eleganza olfattiva giocata su note di iodio, tamarindo, frutta rossa di rovo e arancia sanguinella. Al sorso rivela freschezza, sapidità e un tannino ancora graffiante, basi tutte di una struttura il cui calore dell'annata si fa sentire solo in fase di chiusura ma, come dice Giovanni, è giusto che sia così perchè non si vuole nascondere nulla.


Faro Doc 2010: rispetto ai precedenti ma,in generale, rispetto a tutti i vini in degustazione, questo Faro si differenzia dagli altri per una maggiore luce a livello olfattivo che si compone di sensazioni balsamiche purissime accompagnate da vere e proprie "mitragliate" minerali accompagnate da lampi di fiori e piccoli frutti rossi. Il sorso è il grande preludio al Faro maturo dove tutte le componenti dure sembrano essere mirabilmente domate per regalare al degustatore un abito in pura seta rossa siciliana. Piccola annotazione: è la prima annata in cui entra a far parte del blend anche la nuova vigna del 2007.


Faro Doc 2009: dopo una 2010 così estroversa ed accattivante è difficile confrontarsi soprattutto se la fragranza dei profumi risulta tutta su toni molti bassi dove la sensazione ematica e di frutti neri derivano il vino in una inedita e scabrosa versione dark. Sorso di grande struttura e balsamicità che risulta leggermente sgradevole nel tannino non propriamente messo a fuoco. Finale come di consueto sapido con tratti salmastri.


Faro Doc 2008: come un novello stregone, Giovanni sembra aver creato questo vino gettando nel calderone magico tutte le componenti aromatiche che definiscono un grande Faro aggiungendo un tocco di eleganza e sostanza. In principio ha il profumo della brezza marina, poi, pian piano, svela il timo, la salvia, la menta, i fiori rossi selvatici, il tabacco, la frutta di rovo, il cuoio, le spezie nere, la mineralità e, infine, il rabarbaro e il ginepro. Al sorso è perfettamente equilibrato, succoso, goloso e dotato di quella espressività territoriale che fanno di questa annata la migliore in assoluto.


Faro Doc 2007: l'annata è stata davvero difficile e lo ammette lo stesso Giovanni che ci confida in estate le temperature hanno superato anche i 45° portando alla fine il vino ad avere un grado alcolico di circa 14°. Probabilmente la mia bottiglia non era al 100% ma la sensazione pseudocalorica che ho percepito, sia al naso che in bocca, era tale da confondere tutte le altre componenti del vino che stranamente poteva essere equiparato ad un surrogato del mon cheri. Dilemma: da aspettare ancora o da bere subito?

Faro Doc 2006: dopo due vinificazioni casalinghe di prova questa è stata la prima annata prodotta da Giovanni che parla di questo annata e di questo vino, lo ammette lui stesso, con una enfasi particolare visto il carico di ansia e sogni che lo accompagnavano. Il risultato dipende dalla bottiglia che era in degustazione. La mia, la prima di due, conteneva un Faro abbastanza ordinario e franco i cui aromi di tamarindo, tabacco e cuoio sembrano precursori di una evoluzione abbastanza repentina ed inaspettata che viene confermata anche al sorso la cui tessitura sembra tenuta in vita solo da uno scheletro acido ancora abbastanza pimpante che rende la beva comunque sicura e piacevole. La seconda bottiglia, quella del tavolo di amici a mio fianco, pare sia stata talmente performante che il voto più basso al vino è stato 90. 


Conclusioni: Giovanni Scarfone e tutta la sua famiglia, anno dopo anno stanno diventando sempre più bravi tanto che le possibili sorprese rispetto al Faro Bonavita potrebbero essere proprio le annate 2013 e 2014 che, ci confessa il vignaiolo, sono state più fresche e, pertanto, più nelle corde di un grande Faro Doc. 

Il  mio podio: 2008-2010-2012

Le Miccine - Chianti Classico 2012

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Sono sicuro che questo vino lo conosceranno in pochi e, a dirla tutta, se non fosse stato per Armando Castagno e il suo corso sul Chianti, fino a pochi giorni nemmeno il sottoscritto ne aveva consapevolezza.
Oggi parliamo di nuovo di Chianti Classico puntando il faro dell'attenzione verso una delle aziende meno comunicate di Gaiole in Chianti: Le Miccine.


Paola Papini Cook, canadese di nascita ma di origini italiane, è la giovane proprietaria ed enologa della piccola tenuta che si estende per circa 7 ettari di vigneto, esposizione sud sud-ovest, piantato prevalentemente a sangiovese, presente con sei cloni, e in via residuale a malvasia nera, colorino, merlot e vermentino. 

Paola Papini Cook - Foto: grandepassione.com
Paola, dopo aver studiato enologia in Francia, ha acquisito la tenuta nel 2008 e fin da subito, assieme alla sua famiglia, ha cercato di gestire Le Miccine nel modo più naturale possibile attraverso l'ausilio di pratiche colturali biologiche che, come scrive lei stessa, hanno il compito di tutelare le biodiversità del territorio, ridurre la perdita di terreno fertile, favorire la presenza e l'attività dei microrganismi che consentano al vigneto di vivere quasi come un sistema autosufficiente al fine di adattarsi, anno dopo anno, ai cambiamenti del clima e produrre così sempre la migliore uva possibile.

In cantina, ovviamente, si lavora costantemente per preservare la purezza e la qualità delle uve che vengono sempre vinificate in acciaio. Il vino, a seconda della tipologia, verrà poi affinato in tonneaux o botti grandi di rovere da 20 hl.


Paola Papini Cook produce un vino bianco a base vermentino, un rosè, un rosso a base merlot (Carduus) e due tipologie di Chianti Classico (annata e riserva).

Grazie ad Armando e all'AIS Roma ho potuto bere, scoprire e, di conseguenza, innamorarmi del Chianti Classico 2012 (85% Sangiovese, 5% Merlot, 5% Malvasia nera, 5% Colorino) de Le Miccine che in questa versione "basic", a mio parere, è in grado di leggere schiettamente le potenzialità del terroir di Gaiole in Chianti. 


Il colore rubino del vino, già così vivo ed brillante, premette e prometto un olfatto dove emergono intense fini sensazioni che hanno nella violetta e, in generale, nella florealità rossa la propria centralità che viene puntellata da una cornice formata da una marea di agrumi rossi e ricchi spunti speziati e minerali.
Al sorso non può che conquistare chiunque grazie ad un timbro tannico di razza e ad una freschezza quasi citrina che sembra amplificare, nel finale, la dimensione irradiante del vino al quale, se proprio vogliamo trovare un difetto, manca un pizzico di persistenza gustativa. Quella che resta, comunque, è un Chianti Classico tipicamente gaiolesco la cui beva, dirompente, rappresenta un ulteriore ed importante bonus per questo piccolo grande vino uscito dalle cantine di Paola Papini Cook. 

Piccolo dato tecnico: il vino, nel 2012, è stato affinato per circa 14 mesi in tonneaux e botti grandi di rovere da 20 HL a cui sono seguiti ulteriori 6 mesi di bottiglia.

Verticale storica del Chianti Classico Riserva dell'Agricola Monterinaldi

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Dopo aver scritto dei vini di Castello di Monterinaldi un paio di anni fa (qua trovate gli appunti di degustazione), la mia seconda visita presso questa storica azienda raddese ha coinciso con l'organizzazione di una emozionante verticale storica del loro Chianti Classico Riserva partendo dal 2009 fino ad arrivare al millesimo 1968

Ad aspettare me e Stefania, come sempre, Daniele Ciampi, storico proprietario dell'azienda, e Fabrizio Benedetti, responsabile marketing ma, soprattutto, amico ed appassionato di vino. 

Le annate in degustazione, oltre alle sopracitate 2009 e 1968 sono 2008, 2007, 2005, 1999, 1995, 1988In totale otto vini, otto personalità diverse!


Castello di Monterinaldi - Chianti Classico Riserva 2009: solamente da tre mesi in bottiglia, ha materia davvero importante ma, purtroppo, ancora sconta un leggero odore di legno dato dal passaggio di parte del vino in tonneaux di primo passaggio. Resta comunque il fatto che il vino, passata questa fase giovanile, darà grandi soddisfazioni. Parte della critica già se ne è accorta per cui....


Castello di Monterinaldi - Chianti Classico Riserva 2008: giovanissimo ma senza alcun cenno di legno, è una spremuta di frutti rossi e fiori freschi a cui segue un'accennata nota fumè che, come vedremo, risulterà un "timbro di fabbrica" del Chianti Classico dell'azienda. Bocca ruggente, viva, caratterizzata da una decisa vena fruttata e da una persistenza lunga e molto sapida. Tornano per via retronasale gli aromi fumè.


Castello di Monterinaldi - Chianti Classico Riserva 2007: metti il naso nel bicchiere e capisci subito che le cose cominciano a farsi decisamente "serie". L'evoluzione del grande Chianti Classico di Radda ci mette davanti ad un vino elegante e, sulle prime, decisamente femminile visto che emana intense sensazioni di rosa e di mammola. La parte fruttata rimane un pò nascosta nella complessità aromatica e solo con l'ossigenazione e il giusto tempo nel calice, cominciano a sprigionarsi aromi di visciola a cui seguono ritorni di terra e di finocchio selvatico. La parte affumicata, leggerissima, fa da contorno. Al sorso è vibrante come deve essere un sangiovese che si rispetti, puro territorio che si allunga al palato con chiusura su toni sapidi e leggermente minerali. 


Castello di Monterinaldi - Chianti Classico Riserva 2005: l'annata abbastanza fredda si fa sentire dando vita ad un vino più timido dei precedenti e, forse, meno complesso anche se tutto ciò che esprime è di grande eleganza. Tornano in prima linea, rispetto al precedente millesimo, le sensazioni fruttate con accenni di cuoio, grafite, tè nero Lapsang Souchong. Le sensazioni floreale sono più nascoste e sembrano virare verso la viola essiccata. Sorso davvero interessante, dinamico, succoso, sempre teso e con la ormai "classica" chiusura a metà tra il fruttato e il sapido con ritorni retronasali fumè. 


Castello di Monterinaldi - Chianti Classico Riserva 1999: lo stacco dai vini precedenti, dal futuro di Monterinaldi è abbastanza netto visto che con questo Chianti si affacciano senza troppi indugi gli aromi terziari che forniscono al vino tutta una serie di complessità affascinanti e inedite per la verticale che fino ad ora aveva preso in considerazioni vini ancora scalpitanti e ricchi di fervore giovanile. Il '99 si apre con un complesso aromatico molto intenso dove la prima nota che sento è quel tono empireumatico che nelle precedenti annate faceva solo da contorno. Questa sensazione autunnale, da camino spento, è ben integrata da eleganti note di tabacco da pipa, prugna secca, spezie rosse e catrame. Bocca matura, di grande equilibrio, con un tannino perfettamente fuso e corroborato da una decisa spinta sapida e minerale.


Castello di Monterinaldi - Chianti Classico Riserva 1995: più austero del precedente grazie ad una maggiore ricchezza di sensazioni terziarie che vanno dal fungo alla terra bagnate fino ad arrivare alla frutta essiccata. Il tempo e l'ossigenazione non aiuta molto il vino che rimane un pò sulle sue, un pò troppo monocorde. Al sorso, invece, è tutt'altro che "andato" visto che le sensazioni dure e morbide del vino sono ancora perfettamente assemblate e tengono. Gli manca forse un pò di complessità e di spinta sapida ma, nonostante tutto, è un Chianti Classico di quasi 20 anni che si lascia bere senza troppi fronzoli.


Castello di Monterinaldi - Chianti Classico Riserva 1988: entrare nel mondo dei vini "invecchiati" è sempre un viaggio affascinante anche se sono pochi ad apprezzare certe sfumature grige. Questo Chianti è perfettamente didattico dotandosi di una complessità aromatica che spazia dalla terra umida al caffè, dal cacao amaro al torroncino fino ad arrivare al finocchio selvatico e all'inconfondibile nota di tè nero affumicato. Il sorso, così come abbiamo visto col precedente vino, veste panni decisamente meno austeri datosi che il Chianti è dotato di un tannino ancora capace di graffiare e di una struttura ben composta legata ancora una volta da una spina acida decisa e corroborante. Chiusura lunga, sapida, su toni di torrefazione e terra.


Castello di Monterinaldi - Chianti Classico Riserva 1968: è la seconda Riserva dell'azienda visto che la prima è stata la '67 la quale nella cantina storica di Monterinaldi è presente in unico esemplare. Colmo di emozione per via di una certa predilezione per le vecchie annate mi accorgono quasi subito che, nonostante venti anni di differenza col predente sangiovese, questa Riserva risulta essere già al naso quasi meno evoluta della precedente. Il ventaglio aromatico è da grande Chianti di razza invecchiato dove la parte ferrosa, minerale la fanno da padrone accanto a bellissime sensazioni di erbe balsamiche e pietra focaia. Col passare del tempo, parliamo di almeno due ore, il vino si apre e, a prescindere dai tanti riconoscimenti aromatici percepiti, quello che mi preme sottolineare è che questo Chianti durante tutta la degustazione non si è seduto nemmeno per un istante. Mai una sensazione brodosa, mai una sensazione di fungo e di tartufo. Mai! 
Il sorso, contro ogni previsione iniziale, non solo ha confermato ma addirittura ha amplificato la sensazione di freschezza del vino che al gusto è dotato di acidità da vino bianco altoatesino che tramuta questo sangiovese di quasi 50 anni di età in un ragazzino dalla schiena dritta e vigorosa. Certo, gli manca un pò di polpa per essere immenso, ma sapere che questo Chianti è stato vinificato senza alcun uso di legno presumibilmente da un mezzadro dell'azienda è davvero una bella storia troppo ghiotta per non essere raccontata su Percorsi di Vino.





Piccole note finali: le uve bianche, come prevedeva il vecchio disciplinare, sono state usate nelle annate '68, ''88, e '95. Il 1988, da una ricostruzione dei libri di cantina, risulta affinato in botti di rovere di Slavonia non tostate da 65 HL. Sia il '95 che il '99 sono stati affinati in botti di rovere di Slavonia da 50 HL. Il '05, '07, '08 e '09 sono stati affinati sia tonneau, parte di primo passaggio e parte vecchi, sia in vecchie barrique.
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